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Quando Archiloco aveva qualche rovello ne parlava con la zia Pal-
lina con la quale aveva costruito un mondo un po’ surreale e fantastico.
Il padre del Duca era un nobile andaluso che si era laureato a Lon-
dra, dove aveva conosciuto una studentessa che poi aveva sposato. Ele-
gante, colto, dai modi raffinati e sempre disponibile, quando aveva un
po’ di tempo, a portare in giro il figlio con quel suo amico con il quale
condivideva la passione per la letteratura e il culto per il Don Chisciotte
di Cervantes. Era un industriale di successo.
Spesso, ai tempi delle elementari e delle medie, li portava con sé,
durante i fine settimana, a Rapallo o a Sanremo dove si recava per gio-
care a golf, sport che amava moltissimo e praticava assiduamente.
Quando lui giocava nei tornei, il Duca e Archiloco prendevano lezioni
di golf da istruttori molto pazienti. Il Duca eccelleva nel golf. Aveva un
talento naturale e presto cominciò a giocare in partite e tornei per ragazzi,
risultando spesso vincitore. Era una delle poche soddisfazioni che aveva
dato al padre. Archiloco considerava il golf uno sport noioso e appena
poteva, in quei fine settimana, si dava al tennis, se trovava un campo li-
bero e qualcuno con cui giocare. Il Duca, anche in un ambiente così “in-
gessato” come quello del golf, era sempre lui: scherzi irriverenti a signore
e signori spesso un po’ spocchiosi e sussiegosi, invenzioni esilaranti, balle
stratosferiche raccontate con una serietà molto convincente.
L’unica volta che Archiloco aveva visto il padre del Duca molto
adirato con il figlio fu alla fine di una gara di golf a Sanremo. Il Duca
aveva avuto un “scazzo” con il figlio del presedente del Circolo del golf
con il quale era venuto alle mani. Lui ed Archiloco avevano da poco su-
perato l’esame di ammissione alla scuola media. Era stato un periodo “au-
reo” per tutti e due anche dal punto di vista scolastico. Frequentavano
una specie di doposcuola per la preparazione all’esame di ammissione.
L’insegnante era un’anziana maestra che fece loro comprendere quanto
fosse educativa la severità se era accompagnata da senso di giustizia e
amore per l’insegnamento. Il Duca ed Archiloco andavano contenti a
quel doposcuola con la curiosità di quello di quello che avrebbero sco-
perto in uno di quei pomeriggi in cui sacrificavano volentieri la partitella
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