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“Si potrebbe mettere in scena qualcosa di più spinto con l’amica
che fa lo spogliarello per raccogliere più soldi. Il ponte non basterebbe
a contenere il pubblico”, il Duca proponeva una variazione.
“E il secondo atto della prima versione com’è?”, Zuccherino cer-
cava di depistare il Duca.
“Nel secondo atto le due amiche, prese dalla disperazione, si tol-
gono la vita gettandosi nel Po”.
“Che tristezza! Non mi piace”, Gianna rideva.
“Allora mettiamo in scena la seconda versione. Vedrai che suc-
cesso. Per te ci vuole il bikini e Zuccherino si deve mettere un cuscino
sotto la maglia…”, il Duca si era avviato verso la Gran Madre pensando
ad alta voce: “Zuccherino la tingiamo con un po’ di carbone, come se
fosse una zingara. La Gianna si deve mettere le giarrettiere nere… ad
Archiloco cosa facciamo fare? Sta sempre in mezzo… gli facciamo fare
lo spiritello rompiballe…”.
I tre amici lo osservavano mentre saliva la scalinata. Per una
volta, non ridevano.
Poi, prese ad urlare: “Ma come! Vogliamo cambiare il mondo
e Zuccherino si accontenta di fare felici i genitori restando incinta. Ar-
chiloco ancora meno. Gianna poi non ne parliamo. E io? Che mio pa-
dre mi apprezzi come comico. Stiamo riscrivendo il romanzo Piccole
donne. Ce lo leggeva la zia Pallina. Ti ricordi Archiloco? Aveva già ca-
pito tutto fin da allora. Allora, meglio il dramma delle due orfanelle!”,
il Duca era di nuovo Mercuzio. Discese la scalinata e si avvicinò ad una
passante: “Signora, la mia amica è incinta: secondo lei è meglio che i
suoi genitori siano felici o incazzati? E mio padre potrebbe ridere delle
mie battute?”.
“Suo padre ne avrà un dolor di cuore ad avere un figlio così cre-
tino!”, la signora aveva inquadrato subito il problema.
“Avete sentito amici? La saggezza popolare. Se vogliamo cam-
biare il mondo dobbiamo cambiare registro! Dobbiamo volare più in
alto!”. Il Duca si era seduto sopra a un bidone della spazzatura e muo-
veva le braccia come fossero delle ali.
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