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Zuccherino, che avrebbe voluto andare anche lei ma era stata bloccata da-
gli zii. Gianna, senza Zuccherino, non si era mossa. Il Duca era partito, dopo
aver raccomandato al suo amico di accudire Duchessina, con la sua FIAT
cinquecento, carica di sacchi a pelo, stivali e provviste, in compagnia di due
compagni di università. Al ritorno, nella bottega di Totò, i racconti mira-
bolanti delle giornate fiorentine tennero banco per giorni e giorni. Diceva
che aveva dormito in un sacco a pelo matrimoniale molto frequentato. Ar-
chiloco lo intervistò per il suo giornale. Il padre del Duca venne a Torino
a trovare il figlio che gli aveva dato quella soddisfazione. Cos’era rimasto di
quegli anni? Tanti ricordi, intensi, a volte lancinanti, nel vuoto di un pre-
sente senza anima. Archiloco aveva un buon conto in banca, una bella casa,
un lavoro ben pagato, donne del bel mondo, ma si sentiva solo e davanti
non vedeva niente. Anche il Duca non se la passava molto meglio da que-
sto punto di vista, ma lui non lo dava a vedere.

       Archiloco si guardava in giro ma l’amico non si vedeva. Si sentì
chiamare: “Archiloco! Amigo!”. Vide uno stano personaggio baffuto che
leccava un gelato. Portava un cappellaccio di paglia ed era vestito in modo
trasandato. Era il Duca! Lo chiamò facendo ampi gesti con un braccio:
“Ducaaaa!!! Oggi sei con il popolo? Come ti sei conciato? Hai i baffi finti,
gli occhialoni. Sei impazzito?”.

       “Io sono dove c’è casino! Mi sono truccato un po’ per le mie mae-
stranze… non siamo mica a Torino… se mi vedono qui mi spernacchiano.
Con chi ce la dobbiamo prendere oggi?”. Il Duca urlava.

       “Contro il Governo…”.
       “Bene! Governo ladroooo!!!”.
       Il Duca era tutto sudato ed aveva il fiatone. Era reduce da un en-
nesimo ricovero in ospedale ed il suo aspetto non era dei migliori.
       “Qualche euro dare, io malata…”, una vecchia chiedeva l’ele-
mosina.
       Il Duca mise mano al portafogli e fu, come sempre, generoso.
       “È malata per davvero o fa l’attrice?”, Archiloco pensava a voce alta.
       “Può darsi che faccia la commedia ma io preferisco credere a quello
che dice. Mi regolo sempre così con quelli che mi chiedono soldi per

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