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Non era stato così. Aveva avuto successo nel lavoro ma i tempi non
erano stati quelli giusti. Quando era passato ad una testata giornalistica
sportiva, si era sistemato, almeno dal punto di vista economico, ma gli
anni erano trascorsi lasciandosi dietro l’amore, la tenerezza, i sogni.
Ora, era solo, insoddisfatto di ogni cosa che faceva. Aveva messo da parte
anche una giovanile passione per la politica limitandosi a firmare qual-
che appello al voto per un partito della sinistra. Si sentiva un uomo poco
o niente sociale. Non era credente ma ogni tanto entrava in una chiesa
vuota per riflettere un po’, per cercare di farsi una ragione di quella vita
che aveva percorso con gli occhi bendati. Reminiscenze giovanili, rim-
pianti, malinconie. Poi, il quotidiano riprendeva il sopravvento con i suoi
tempi ed i suoi riti.

       Quanti anni erano passati da quella festicciola con un giradischi
che suonava dei lenti? Tanti, tanti, tanti, eppure lei era ancora lì che gli
sorrideva mentre ballavano stretti sull’aria di una canzone cantata da Nat
King Cole. Era una lei tante volte sognata, pensata, eterea ed irraggiun-
gibile, forse molto diversa da quella reale che ora conduceva un’ordinata
esistenza borghese. Non aveva più trovato una Mariuccia. Era rimasta in
un film, che ogni tanto rivedeva quando rientrava a casa a notte inoltrata.
Poi, si metteva a pensare.

       Ricordava quelle estati in quel paesino della Riviera, dove viveva
Zuccherino, con gli amici delle compagnie estive. Zuccherino, il suo
primo amore, che allora era quasi sempre con lui sia che fossero in spiag-
gia sia che fossero impegnati in qualche “evento cultural/sociale”.

       Un’estate, si erano dati al teatro. Archiloco aveva scritto una “tra-
gedia” e le prove erano iniziate un pomeriggio nel cinema all’aperto. Gli
attori e le attrici erano gli amici della compagnia dello stabilimento bal-
neare che frequentavano. Il Duca si occupava “dell’organizzazione”: “Le
ragazze devono danzare in bikini sotto il trapezio dove dondola la dea sta-
gione-estiva che al posto del reggipetto deve avere due minuscoli co-
riandoli!”.

       “Ma che coriandoli! La dea stagione-estiva deve indossare una tu-
nica molto castigata ispirando timore agli albergatori e ai commercianti

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