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“Intanto, si è laureata con il massimo dei voti. E tu che ne sai se
il marito è stronzo?”.
“È matematico my amigo mucho iluso. È l’unica cosa sicura! Forse
sarà un po’ meno stronzo dei borghesoni come lui...”.
“E tu non sei un borghesone?”.
“Sì, per questo che li conosco, ma non mi ci sento. È questo il mio
segreto: più non mi ci sento più m’imborghesisco. È la legge del con-
trappasso cui mi ha legato il destino e pensare che volevo fare il co-
mico...”, il Duca sospirava teatralmente.
Era stato sempre così tra loro due: uno con la tendenza a scappare
dalla realtà con castelli malinconici e surreali, l’altro che preferiva dare
l’assalto a quei castelli.
Quel giorno, rimuginavano sul mancato viaggio a Siviglia e sulla
possibilità di poterlo ancora fare. Si rimisero in barca al tramonto, un al-
tro giorno era trascorso e Siviglia era sempre là in attesa con i suoi tesori
da scoprire, con i suoi misteri da svelare. Era come quella vita che ave-
vano perso per strada senza capire bene il perché.
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