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che Zuccherino voleva a lieto fine. Archiloco non pensava di ragionare
come un vecchio ma sapeva che i genitori di Zuccherino la lasciavano ab-
bastanza libera perché erano convinti che lei uscisse con il Duca. Glielo
aveva detto la donna di servizio di Zuccherino: “E voi lasciateglielo cre-
dere, faccia telefonare dal suo amico in casa così i signori stanno tran-
quilli”. Così avevano fatto ma ad Archiloco quella situazione pesava,
come tante altre in cui veniva considerato una sorta di scudiero del Duca.
Anche lui amava i film a lieto fine ma ne aveva visto uno, di recente, nel
cinema all’aperto, “infrattato” insieme a Zuccherino in un angolo del-
l’ultima fila sotto la tettoia, che non finiva proprio bene. Era la storia di
due giovani che durante un’estate al mare si innamoravano. Lei si chia-
mava Guendalina e lui Oberdan.
“Il finale è triste ma Lattuada fa del realismo, hai visto i genitori
della ragazza? L’hanno allontanata perché si è innamorata di quello stu-
dentello proveniente da un’umile famiglia… perché si è innamorata di
quello sbagliato…”. Archiloco pensava quasi ad alta voce mentre pas-
seggiavano sul lungomare. Zuccherino zoppicava un po’ perché scen-
dendo da una scogliera per fare il bagno aveva messo un piede su un ric-
cio. Archiloco l’aveva accompagnata da un medico che le aveva tolto le
spine: “Ma dove l’hai portata questa povera ragazza. Ai miei tempi si an-
dava in camporella”. Quando Zuccherino raccontò l’accaduto ai genitori,
dovette dire che era stato il Duca ad accompagnarla dal dottore. Gli te-
lefonarono per ringraziarlo e lui, che aveva mangiato la foglia, stette al
gioco da par suo: “Non c’è di che, dovere, scignoria!”. Quando vide Ar-
chiloco lo apostrofò: “ Ma che cacchio fate con i ricci? Erotomani! E non
mi si informa per tempo! Dove le aveva queste spine? Devo sapere in caso
mi ritelefonino…”.
“In un piede…”, Archiloco rideva.
“In un piede? E io che credevo di aver fatto spinare dei glutei im-
macolati. Se era così avevo il diritto di controllare l’esito dello spinamento
ma per un piede… controlla pure tu”.
“A che stai pensando?”, Zuccherino lo richiamava alla realtà.
“Al riccio, al Duca ed al tuo piede spinato…”.
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