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Qualche volta, si sentivano al telefono. Era sempre lei a chiamare, mante-
nendo un’antica promessa. Lei sperava sempre in una svolta nella vita di Ar-
chiloco cui bastava sentirla parlare qualsiasi cosa gli dicesse. E Sole, la sua
tenera amica sivigliana con la quale, per anni, aveva tenuto una fitta corri-
spondenza, cosa pensava di lui? Delle sue scemate? Di certo, non glielo
avrebbe mai chiesto. Una volta, durante gli anni di piombo gli aveva scritto
tutta preoccupata per quello che stava accadendo in Italia. Era stato assas-
sinato un giornalista e lei voleva avere sue notizie. Lui le aveva risposto re-
stando sul vago. Non aveva mai trovato il coraggio per dirle di non preoc-
cuparsi perché i giornalisti come lui non correvano alcun pericolo.
In quelle notti di malinconia, pensava sempre più al suo primo
amore e a Sole. Ai sogni perduti, alla sua vita con così poco senso. Era
vero, come diceva il Duca, che erano sogni ancorati a delle ragazze di
tempi lontani… ma chissà… cosa sarebbe potuto nascere… in condi-
zioni diverse… chissà!
Aveva avuto storie con altre donne che però non avevano lasciato
traccia. Nessuna di loro aveva lo sguardo di una donna innamorata. Non
aveva mai trovato la sua Lia Franca/Mariù/Mariuccia, ma almeno lei se
ne stava in un film e non lo poteva certo giudicare.
Ricordava quelle due ragazze di quei tempi quando ancora tutto
sembrava possibile.
Sole era diventata un’avvocatessa famosa, che aveva difeso, all’inizio
della sua carriera, molti perseguitati dal franchismo. Era socialista. L’am-
mirava molto. Lei non viveva in un inarrivabile castello e non era neppure
prigioniera in un DVD. Quante volte aveva pensato di prendere un aereo
ed andare a trovarla a Madrid, dove si era trasferita. Avrebbero parlato di
Siviglia, del viaggio mancato, della loro corrispondenza. E poi? Lei aveva cose
importanti da dirgli sulla sua vita, sul suo impegno professionale e politico.
E lui cosa le avrebbe raccontato? Degli scandali del calcio? Della sua vita pas-
sata a raccontare di rigori negati o dati e di arbitri sottomessi al potere? Si
era separata dal marito e viveva con una figlia, avvocatessa anche lei, alle
prime armi. Tutte notizie che aveva dal Duca che gli ripeteva sempre: al-
lora quando andiamo a Madrid da Sole e poi a Siviglia da Paco, Consulelo,
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