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“Che c’entrano il riccio e il Duca? Torniamo al film: quei ragazzi
hanno subito una prepotenza. Non ci si deve mica rassegnare a cose del ge-
nere. E noi non contiamo niente?”. Zuccherino si era subito immedesimata
nella storia di quei due ragazzi del film ma non ne accettava il finale.

       “Tu che avresti fatto?”, Archiloco era pensoso.
       “Sarei scappata con il mio ragazzo, avrei provocato uno scandalo…
erano due minorenni. Proprio come nel film Scandalo al sole. Siamo ri-
masti a vedere la replica, se avessimo potuto l’avremmo rivisto per la terza
volta. Non ti ricordi? Sono persino arrivata a casa tardi. I miei mi sta-
vano aspettando con la luce accesa”.
       “Un bel film. Allora stai progettando una fuga con me?”.
       “Non ce ne sarà bisogno. Appena saremo maggiorenni, dipenderà
solo da noi…”.
       “Due cuori e una capanna?”.
       “Solo un po’ di coraggio e di fiducia in noi stessi! E poi i miei ge-
nitori si convinceranno... sono all’antica ma mi vogliono bene...”.
       A quel punto, il Duca spuntò da un locale che dava sulla passeg-
giata a mare. Era in compagnia di due ragazze e di un loro amico della
spiaggia.
       “Ave, sacchari frustulum, amici te salutant. Pedibus calcantibus? Et
vulnus pedis?”, il Duca parlava un latino molto “casereccio”.
       “Dum spiro, spero”, Zuccherino stava al gioco, anche se non capiva
bene dove volesse arrivare l’amico.
       “Sacchari che?”, fece Archiloco.
       “Vuol dire zuccherino, ignorante, guardati il vocabolario”, il Duca
ostentava sicurezza.
       “E tu hai cercato il mio soprannome, poco gradito, sul vocabola-
rio?”, Zuccherino era curiosa.
       “Certo! In questi giorni così densi di cultura il vocabolario è
quanto mai necessario e zuccherino è stata la prima parola che ho cer-
cato. Vedi che ti penso…”.
       “Non capisco…”, Zuccherino sospettava qualche scherzo del
Duca.

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