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grande fermezza: “Come osate chiedermi che cosa faccia io con un ra-
gazzo che ha il coraggio delle proprie idee, che non si fa intimorire da
dei bacchettoni ignoranti! Vergognatevi! Finché non vi scuserete non vi
rivolgerò più la parola!”. Si erano scusati con grande imbarazzo. Sapevano
di avere una figlia straordinaria, che non meritava quell’umiliazione, ma
qualcosa in loro era cambiato. Da quel momento, cominciarono a pen-
sare seriamente che quell’Archiloco non era adatto a Zuccherino, che,
colmo dei colmi, fosse persino comunista; che bisognava escogitare
qualcosa per rimediare la situazione, senza ferirla. Erano convinti di fare
il suo bene.

       “Allora si va in collina? A folleggiare? Mi hanno detto che c’è un
bel localino dove si balla”, il Duca era lanciato.

       “In collina… di che locale si tratta?”, Zuccherino era sospettosa.
       “Si tratta di una principesca magione dove pranzeremo, danzeremo
e poi vedremoooo!!! Camere a ore a doppio bidè con getto afrodisiaco!!!
”, il Duca aveva dato un buffetto a Zuccherino.
       “Sento già i brividi!”, Gianna rideva.
       “Allora scateniamoci nella peccaminosa collina torinese meta di gio-
vani gaudenti…”, il Duca aveva accelerato suonando il clacson.
       Zuccherino voleva dire qualcosa ma Archiloco la baciò all’im-
provviso.
       “Eccola lì la monachella che appena può si lancia in orge sfrenate!
Che scandalo, Gianna non guardare!”. Il Duca aveva puntato il dito verso
Zuccherino che si divincolò da Archiloco urlando: “Non dire cretinate!
Poi le racconti in giro e quando lo vengono a sapere i miei sono dolori…
lo sai che sono all’antica… è già successo un pandemonio quest’estate”.
       “Sono all’antica ed hanno una figlia alla moderna: piacere e amore
libero, anzi, libertino. E cosa dire di quell’intellettuale del genero che se
la cava con le citazioni: omnia munda mundis. Ah, ah, dovevate vedere
la faccia di quegli stronzi quando Archiloco gli ha dato degli ignoranti.
Citare San Paolo, che genio! Quei vecchi satiri che immaginavano Zuc-
cherino in un amplesso furioso col suo bolscevico mentre urlava: avanti
o Archiloco alla riscossa di passione sono rossa! Ah, ah, Zuccherino che

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