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Archiloco guardava il Duca. Gli sembrava sinceramente com-
mosso. Di Che Guevara ne avevano parlato spesso negli ultimi anni ma
che ne sapeva il Duca di Don Milani? Glielo chiese.
“Don Milani? È quel prete che hanno condannato anche dopo
morto. Quello de L’obbedienza non è più una virtù. Un grand’uomo. A
me quelli che disobbediscono sono sempre piaciuti”.
A volte, il duca era sorprendente. Zuccherino e Gianna lo guar-
davano, per una volta, positivamente colpite.
Lui si accorse di aver suscitato troppa ammirazione e rimediò su-
bito: “Zuccherino, guarda che ce l’aveva con i ricchi borghesotti e le loro
figlie piene di vizi che si vestono in boutique. Se ti vedeva ti scomuni-
cava con questi vestitini alla moda e le jarretelles da femme fatale”.
“Guarda che hanno già inventato i collant”, Gianna rideva.
“Come! Hai cambiato la marca dei preservativi e non mi hai detto
nulla! Archiloco, ma che amico sei? Zuccherino come hai potuto cambiare
le jarretelles con i collant senza aprire un dibattito? Ma che amici ho?”.
Zuccherino, dato che si trovavano in una riunione impegnata, faceva
segni al Duca perché stesse zitto sperando che quelli seduti vicino a loro non
avessero ascoltato quei discorsi. Poi, fece cenno ad Archiloco di uscire.
“Hai visto chi c’era seduta vicino a me?”, Zuccherino era rossa in
viso e molto agitata.
“Chi c’era?”
“C’era una mia amica molto impegnata nel movimento cattolico.
Cosa avrà pensato sentendo quelle scemate?”.
“Avrà pensato bene visto che il Duca ha parlato di don Milani con
cognizione di causa…”.
“E delle jarretelles e dei collant e dei preservativi? Questi discorsi
durante una riunione seria?”.
“Dovrai spiegare alla tua amica chi è il Duca, così capirà e si farà
due risate. Tra l’altro non me lo hai detto proprio tu che i collant sono
stati una liberazione per le donne?”.
“Per spiegare chi è il Duca ci vorrebbe un mese di lezioni e non
so se basterebbe”.
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