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sanguinare, e viene portato al pronto soccorso; la donna senza età,
mentre in macchina gira per Torino a ritrovare l’aria e le forme e i
ricordi, è coinvolta in un piccolissimo incidente: un ragazzo
insegue una ragazza, che gli sfugge, ed è un animato litigio
evidentemente di innamorati, e il giovane va a sbattere (senza
troppi danni) sull’auto su cui è la donna, sanguina un poco e allora
l’autista trasporta entrambi al pronto soccorso.
Mai (credo) l’incontro fra due innamorati (perché tali sono stati
nell’adolescenza e tali sono rimasti, anche se si sono persi di vista
e per decenni hanno vissuto l’uno all’altra estraneo) ha avuto
un’ambientazione più desolata, triste e confusa al tempo stesso e
penosa, di un pronto soccorso.
Marengo ha sapientemente giocato su questo effetto antifrastico
per evitare che l’incontro possa precipitare nel patetico; e a questo
scopo collabora la lingua che parlano i due innamorati che sono
stati vittime del minimo incidente dell’auto della donna senza età.
Il litigio di innamorati si è un poco acquetato, ma entrambi parlano
di scopate reciproche e di lei che trova naturale che i ragazzi
vogliano scoparla. Alla fine la ragazza chiede alla donna senza età
una banana che ella si era comprata con altra frutta e verdura e con
un accendino, attraversando il mercato di Porta Palazzo, e adesso
la invita a usare una lingua meno volgare, dicendosi disponibile a
discutere insieme con entrambi il loro problema amoroso.
Si apre così lo scrigno del passato: il ragazzo, il liceale che si
innamora della ragazza con le fossette, lei che contraccambia,
l’andata insieme in Liguria per sfuggire ai bombardamenti su
Torino insieme con la zia della ragazza, i gioiosi approcci
amorosi, la certezza dell’amore anche se la ragazza è di una
famiglia ricca e autorevole; e dopo la guerra l’amore vero fino alla
settimana intera trascorsa insieme in un minimo appartamento che
l’uomo si è procurato per accogliere la ragazza con le fossette,
cresciuta e adulta; ed è un altro particolare gustoso ed
emblematico: come per una reinventata bohème torinese dei tempi
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