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di Gozzano, del tutto incongrua e improbabile, nel tempo storico
        quanto mai diverso, anzi inimmaginabile. Senza ragioni, i due si
        lasciano ancora una volta gozzanianamente, ma con sempre più
        ironico rimpianto. E’ l’emblema oggi dell’incontro precario della
        vita, che è dei tempi di Gozzano e quelli della seconda guerra
        mondiale e del dopoguerra, e l’amore è vivo e vero, eppure, non si
        capisce perché, si dilegua.
          L’uomo senza età è uno scrittore, eppure non è riuscito a capire
        perché egli e la ragazza con le fossette si sono lasciati, e lo stesso
        si chiede la donna senza età. Si sono incontrati di nuovo per caso,
        in   un   pronto   soccorso   come   avevano   trascorso   una   settimana
        d’amore in un “buco” d’alloggio. La conclusione del romanzo è
        ancor più in antifrasi del pronto soccorso, dopo che l’uomo senza
        età e la donna senza età una volta ancora hanno partecipato a una
        protesta morale e un poco politica: i due si sono rifugiati in uno
        stanzino pieno di scatoloni, scope, secchi, fustini di detersivo.
        Chiacchierano, quetamente. Il passato non può rinascere, come
        neppure le passioni politiche e umane della giovinezza, anche se
        l’uomo senza età sotto sotto ci crede ancora. Dopo andranno a
        cercare il posto tranquillo per ascoltare un po’ di musica e magari
        persino ballare. Marengo racconta una vicenda non di rimpianto, di
        pianto e di pateticità, ma di vita e di amore perduti non per scontro
        o   violenza   o   disperazione,   ma   senza   motivo,   come   per   caso.
        Raccontare la forza del caso dell’esistenza è il merito difficile e
        prezioso del narrare di Marengo.


                                                Giorgio Bárberi Squarotti














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