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“Futuro? Socialismo? Facevo solo delle commissioni per la
Resistenza. Portavo messaggi. Sono stata a rubare dei sacchetti di
carbone; sono stata anche in Borgo Vittoria, con una mia amica.
C’era stato un combattimento. C’erano dei feriti. Abbiamo dato
una mano insieme a molte donne. In un’improvvisata infermeria,
ho visto tuo zio che curava i feriti. Mi ha riconosciuta: ‘Ma lo
sanno i tuoi genitori che sei qui? E’ pericoloso!’, mi ha detto. Gli
ho spiegato che avevo dovuto scavalcare la cancellata del giardino
per uscire perché mia madre mi aveva rinchiusa per timore che
scendessi in città. La sera, mi ha fatto accompagnare a casa. Mi ha
abbracciata; mi sembrava commosso. Quanta paura in quei giorni!
L’ho fatto per te, solo per te. Non ne capivo nulla di politica…
sapevo solo che tu eri in montagna a rischiare la pelle. Ma tu
zoppichi: sei stato ferito?”.
“Ferito? Sono solo caduto in un dirupo: nel tentativo di salvare la
macchina da scrivere, mi sono rotto una caviglia, che non guarisce
mai. Tu hai rischiato di più… altro che ‘commissioni’… ma perché
dici che lo hai fatto solo per me?”.
“Sì, per te… per quel ragazzo che ai tempi del liceo aveva difeso
una ragazza che credeva fosse ebrea. Da quel giorno, mi sei entrato
nel cuore, ti avrei seguito anche all’inferno, ma non mi sono mai
posta il problema del futuro del nostro Paese o cose del genere… e
anche adesso che, per fortuna, tutto è finito, non so bene cosa
farò…”.
“Ma figurati! Siamo appena all’inizio! Roveda sindaco! Il CLN
che governa! Che soddisfazione!”.
“All’inizio di cosa?”.
“All’inizio di tutto! Possibile che non te ne accorgi?”.
“All’inizio del socialismo? Io mi sento più liberale…”.
“All’inizio di tutto! Di tutto! Chi avrà più filo tesserà… e noi di
filo ne abbiamo fatto una scorta”.
“Oggi è giorno di festa: non stiamo a discutere. Lo sai che mio
padre non è stato proposto per l’epurazione? Sono così contenta!”.
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