Page 18 - pag1-90
P. 18
“Se è per questo ho curato anche repubblichini e tedeschi. Sono
un medico, non dimenticarlo”.
“Hai sempre la risposta pronta per mimetizzarti. Adesso con chi
starai? Monarchia o Repubblica?”.
“Repubblica, Repubblica…”.
“E in politica?”.
“Con De Gasperi, non c’è dubbio. Nenni e Togliatti sono dei
grandi capi, ma hanno l’Unione Sovietica dietro. Noi dobbiamo
avere dietro, anzi davanti, gli Stati Uniti. Il futuro sta tutto lì. E tu
starai con i tuoi amici garibaldini?”.
“Certo, con chi se no?”.
“Dovresti pensare seriamente al tuo futuro, con quella bella
ragazza. Sai da che famiglia viene. Ti posso dare una mano…”.
“Una mano?”.
“Certo! Con suo padre… con me ha un debito di
riconoscenza…”.
“Lascia stare, lascia stare con la riconoscenza… mi arrangerò da
solo…”.
“Da giovani, si fanno delle valutazioni spesso sbagliate…”.
“Lo so, lo so, che tu non sbagli mai. Hai sempre il vento in
poppa. A me, invece, piace averlo in faccia”.
“Contento tu…”, lo zio si era alzato dal tavolo, doveva rientrare
in ospedale.
L’uomo senza età ora passeggiava, appoggiandosi ad un bastone,
lungo la Via Po, sotto i portici, dove si trovavano molti banchetti
per la vendita di libri usati. Libri, libri, quanti ne aveva letti, quanti
ne aveva scritti. Gli piaceva sfogliarli per vedere se c’erano delle
dediche. Vecchie storie, finite lì, ammucchiate su dei banchetti. Ad
un tratto, ne vide uno un po’ sgualcito. Era un suo romanzo,
pubblicato tanti anni prima. Lo acquistò e controllò se c’era una
dedica, ma la pagina era bianca. “Meno male”, pensò, e se lo mise
18