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macchina… mi hai fatto passare con il rosso…”. Il ragazzo, seduto
accanto alla donna senza età, guardava la sua amica seduta di
fianco all’autista.
“Adesso la colpa dell’incidente è mia! Stai sempre a lamentarti
che non trovi un’occupazione, ma di certo non la cerchi… fai solo
finta… di esami non ne dai… sei sempre in quel bar di sfaccendati
in Piazza Vittorio… ti vanti di non andare a votare: vergognati!”.
“Semmai, io a votare ci vado, anche se lascio la scheda bianca. E’
un mio diritto! Ma chi ti dice queste stronzate? Quel fighetto che ti
sta sempre attorno? Quel merdoso con la puzza sotto il naso? E lui
a votare ci va? Per chi? Per quei puttanieri che ci governano? Ma
non capisci che quello si fa bello con te perché vuole scoparti? Alla
faccia mia!”.
“Non divagare… non buttarla sul sesso come il solito… e poi è
naturale che voglia scoparmi. Tu quanto mi sei stato attorno per
farlo? E quando ci sei riuscito sono svaniti tutti i tuoi buoni
propositi: trovarti un lavoro, la laurea in tempi decenti, cercare un
buco per stare insieme…”.
“Stare insieme? E dove? Tu stai in una reggia, sei piena di soldi,
dai esami in continuazione. Lo sai cosa vuol dire stare in un buco?
Tu non hai idea di cosa sia la realtà!”.
“Io so solo che se mi trovassi nella tua condizione mi alzerei alle
sette di mattino e comincerei a girare per bar, negozi, ristoranti,
agenzie di collocamento, per trovarmi un lavoro, altro che stare a
frignare in un bar con dei perditempo…”.
“Frignare? Ma che cazzo dici! Ci hai messo piede una volta in
quel bar… che ne sai… ti fai influenzare da quello stronzetto. E io
che ieri ho dato un esame proprio per te…”.
“Per me? Ma ti rendi conto delle cazzate che dici?”.
“Ragazzi, che linguaggio! Calma! Stiamo per arrivare al pronto
soccorso… prima vediamo come va la gamba, poi discutiamo:
delle scopate e di tutto il resto ne parlerete dopo. Cercate di usare
un linguaggio decente, almeno fino a quando sarete in mia
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