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disfattismo? Tradimento? Stai attento a come parli…”, la ragazza
sorseggiava l’intruglio.
“E’ quel professore di lettere che mi ha aperto gli occhi, quello
che abita vicino a me ed insegna alle magistrali. A volte, in casa
sua, sentiamo la radio. E’ gobbo, poveretto, ma molto più diritto
dei coglioni che acclamano il Duce che ci sta portando alla rovina.
Era un amico di mio padre”.
“E’ un comunista?”.
“Non lo so. Certamente è un antifascista”.
“Ho sentito tutto! Perdere la guerra? Ma siete matti? I nazisti
hanno l’arma segreta… aspettano solo il momento giusto…”. Il
barista era riemerso dal retro. In mano aveva un bottiglione d’olio.
“Intanto tu, nell’attesa dell’arma segreta, traffichi con l’olio”. Il
ragazzo sorrideva.
“Io sono un commerciante nato… mi ha rovinato la guerra… non
vi serve mica del sapone speciale tipo francese?”.
“Ti sembra che abbiamo bisogno del sapone?”, la ragazza rideva:
“Sarà meglio cambiare discorso: hai parlato con tuo zio? Ad agosto
andiamo al mare?”.
“Non so ancora, mio zio mi ha detto che potrebbe sistemarmi
presso una sua amica che possiede una villetta in un paese che è a
pochi chilometri da quello dove andrai tu. Staremo a vedere.
Cambia sempre idea. Ieri mi ha detto che in Riviera non si trova
quasi niente da mangiare, sarà una scusa. E tu? E’ tutto a posto con
tua zia?”.
“Quasi, lei è convinta che il mare le farà bene, ha sempre dei
problemi con l’asma. Mio padre voleva che andassi sul Lago
Maggiore. L’asma della zia è stata decisiva per la scelta del mare.
Probabilmente, andremo nell’albergo dove i miei genitori mi
portavano prima della guerra. E’ chiuso da tempo, ma per noi
faranno un’eccezione, ci daranno le camere e ci arrangeremo per il
mangiare con i proprietari che vivono lì. La loro figlia è una mia
amica, simpaticissima. Ha un grammofono ed una raccolta di
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