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gente, un ragazzo si è presentato in giacca, cravatta e guanti ed è
stato trattato male. Ha reagito ed è stato arrestato. Che tempi!”.
“Ecco, vedi mamma, quel mio amico che ho appena salutato
avrebbe fatto lo stesso…”.
“E’ una testa calda?”.
“Non sopporta le ingiustizie…”.
“Allora, di questi tempi, ne ha di cose da non sopportare…
arrestare un povero ragazzo perché si è presentato al lavoro ben
vestito… sarà stato di buona famiglia…”.
“Perché, se non era di buona famiglia e si fosse messo un vestito
con le toppe, allora andava bene?”.
“Non dico questo, ma se uno è abituato a lavori manuali, sa come
vestirsi. Che tempi! Stanno requisendo persino le campane delle
chiese!”.
A scuola, il ragazzo si scusò.
“Volevi salutarmi con la mano?”.
“Volevo anche salire in auto e darti un bacio…”.
“Eh, come corri. Allora, non sei timido. Mia madre è all’antica:
darmi un bacio prima di presentarti? Avrebbe detto all’autista di
farti scendere, gentilmente, ma senza discussioni”.
“E io mi sarei messo in ginocchio implorando: madonna non mi
privi di queste fossette, di questi boccoli d’oro, di questo profumo
ammaliatore…”. Ridevano di gusto.
Avevano preso a frequentarsi. Il giorno dopo, erano in un bar nei
pressi di Piazza Carlina. La ragazza avrebbe dovuto essere in casa
di un’amica, sua compagna di classe, a studiare.
- Il Duce parla: Egli dice: “Sento vibrare nelle vostre voci
l’antica incorruttibile fede (la moltitudine prorompe in un
formidabile grido: Sì!) e insieme una certezza suprema: la fede nel
fascismo (Sì!), la certezza che i sanguinosi sacrifici di questi tempi
duri saranno compensati dalla vittoria (altissime prolungate
acclamazioni), se è vero, come è vero, che Iddio è giusto e l’Italia
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