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dischi di musica americana formidabile. Per gli spostamenti,
useremo delle biciclette”.
“Perfetto! Io e te soli nell’agosto rivierasco… in bicicletta… e
poi a rinfrescarci in mare, a prendere il sole… e poi a baciarci et
ultra, in qualche grotta marina… ”.
“Volevo ben dire che non finissi lì… diciamo a baciarci et finis.
Ma è tardi! Devo correre: l’autista passerà a prendermi dove mi ha
lasciato…”.
La notizia dell’arresto del Duce e della formazione del Governo
Badoglio erano state accolte, a Torino e in tutta Italia, con
manifestazioni di giubilo. Era una splendida domenica.
Tripudio popolare, festa, canti, abbracci, gente che distruggeva i
simboli del ventennio inneggiando alla democrazia e alla pace. Il
ragazzo con gli occhi vivaci era in piazza ad ascoltare un comizio.
Con lui c’era il professore delle magistrali, quello gobbo: “Il
fascismo è caduto! Pace! Pace!”.
“Professore, è finita! Basta con le buffonate del ritorno in Africa,
del bagnasciuga, delle violenze, dei soprusi…”.
“Vedremo cosa succederà con questo Badoglio…”.
“Chi è Badoglio?”.
“Un losco figuro… degno del suo Re… purtroppo sarà ancora
lunga e dura…”.
Il tardo pomeriggio, il ragazzo e la ragazza si erano infrattati in
un’albereta, a metà collina.
“Che fai? Ci potrebbero vedere…”.
“Non c’è nessuno, sono tutti a festeggiare, non vedi come
Torinouj ribolle? E’ la resa dei conti”, il ragazzo guardava verso la
città.
“Ribolle? Sembra che di fascisti non ce ne siano mai stati. Siamo
nel caos. Mio padre non lo vedo mai. E' sempre in fabbrica, in
riunioni con gli industriali meccanici, con gli operai… è
preoccupato…”.
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