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fumandosi una sigaretta. Il ragazzo dagli occhi vivaci, che non
s’intendeva molto d’automobili, aveva realizzato che lo zio per
quel viaggio verso la Riviera aveva scelto l’ammiraglia, una FIAT
che non finiva più.
“Ma vi sposerete?”, il ragazzo era curioso.
“Lei è già sposata. Con uno come tuo padre, che è stato al
confino. Adesso è in un sanatorio”.
“Il marito in sanatorio e lei al mare a cantare…”.
“Fai dello spirito?”.
“Non mi sembra molto morale…”.
“Mi fai la morale? Dovevano già separarsi, prima del confino.
Poi, lei non ha più avuto il coraggio. Prima il processo e poi la
malattia. Non si sono separati, ma lui sa della nostra relazione. E’
una persona intelligente… equilibrata…”.
“Allora auguri a voi due e speriamo che almeno lui guarisca…
non sto sfottendo. Al mare ci sarà la mia amica, quella che hai
conosciuto al tennis”.
“Mi raccomando: maneggiare con cura. La sua famiglia è tra le
più in vista della città e molto, molto, all’antica”.
“Di cosa hai paura? Che la rapisca? Che la porti con me al
confino?”.
“Non scherzare su queste cose… magari che so… tu le parli della
buonanima di tuo padre, delle sue idee, del professore gobbo. Se
lei lo riferisce in famiglia…”.
“Lei che ne parla in famiglia? Cosa credi: noi non siamo mica
come voi…”.
“Dovrei offendermi?”.
“Semplice constatazione”.
“Grazie!”.
L’amica dello zio li aspettava in giardino: “Che piacere! Che bel
giovanotto!”.
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