Page 36 - pag1-90
P. 36

“Tuo zio ha un modo tutto suo per muoversi nella vita. Segue
        principi e sentieri tutti suoi. Non pretende mai di essere capito
        anche   quando   può   apparire   ambiguo,   con   una   morale   troppo
        elastica.   Non   tenta   neppure   di   spiegarsi.   Io   ho   cominciato   ad
        amarlo per le cose che non mi ha mai detto e che ho saputo da
        altri”.
          “E’ un uomo a volte chiuso… a volte misterioso…”.
          “Credi che mi abbia mai detto di amarmi? Eppure, mi ama… ne
        sono certa”.




          “Zia ti devo dire una cosa…”.
          “Dimmi…”.
          “Al mare ci sarà quel mio compagno di scuola, quello che a volte
        mi accompagna a casa portandomi la cartella…”.
          “E me lo dici adesso? In treno? Se lo vengono a sapere i tuoi,
        sono   guai.   Mi   raccomando:   non   fate   dei   pasticci.   Sei   troppo
        innamorata! Basta guardarti! Io ho una grande responsabilità verso
        di te! Lo so come vanno queste cose…”. La zia era rossa in viso.
          “Dice di non fare dei pasticci, che sa come vanno queste cose…
        beata lei. Chissà se pensa al guanto come rimedio. No. E’ zitella,
        figlia di Maria, penserà all’astinenza, alle preghiere. Ha avuto una
        storia con un ufficiale dei bersaglieri, anni fa, ma non ne parla mai.
        Da quello che si dice dei bersaglieri, non saranno stati solo bacetti.
        Resta l’enigma se guanto sì o guanto no”, la ragazza dalle fossette
        pensava,   mentre,   dal   finestrino,   vedeva   scorrere   la   pianura
        piemontese. Con loro, c’era l’autista che doveva occuparsi delle
        valige, contenenti anche generi alimentari, ed aiutarle a sistemarsi
        appena arrivate.


          Finalmente, si erano ritrovati. Lei, da dietro la cancellata del
        giardino dell’albergo, gli aveva dato della focaccia.



                                          36
   31   32   33   34   35   36   37   38   39   40   41