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atti non si dà nemmeno il nome del bambino, solo quello del
padre, ma si sottolinea, però, che il battesimo ha preceduto la
morte.
Come abbiamo già visto dagli atti di battesimo, è la levatrice
che assiste la partoriente e battezza i bambini in pericolo di vita,
ma, quando la famiglia era in condizioni di farlo ed il parto si
presentava difficile, interveniva il medico. Nel 1727, Sebastiano
Berninzoni chiama il medico per la moglie Maria ed è lo stesso
Corrado Cochi a battezzare la neonata che muore subito dopo,
seguita dalla madre. Nel 1747 viene chiamato il chirurgo
Tommaso Bado a Tosse per un parto nella famiglia Sterla: la
bambina muore alla nascita seguita, dopo otto giorni, dalla
madre.
Il battesimo rendeva i bambini degli esseri innocenti, subito
accolti in cielo, ma questa innocenza veniva considerata di
breve durata: già a sette anni i piccoli morenti venivano
confessati, prima di impartire loro l'estrema unzione.
In alcuni periodi la percentuale dei bambini morti è
particolarmente alta, probabilmente in corrispondenza al
diffondersi di malattie contagiose che colpiscono anche gli
adulti. Nel 1741, per esempio, deve esserci stata una epidemia di
difterite, allora chiamata angina: lo si capisce dall'indicazione
che Antonio Revello, a febbraio, e Maria Caterina, moglie di
G.B. Berlingeri, a maggio, non possono comunicarsi perché non
riescono ad inghiottire. Di Antonio Revello si dice, inoltre, che
“è stato colpito da una morte inaspettata” dopo che gli è stata
praticata la tracheotomia, unico rimedio per evitare la morte per
soffocamento procurata dalla difterite.
L'atto termina con l'indicazione della sepoltura. Vi erano delle
tombe comuni in cui venivano sepolti gli uomini e una parte
delle donne; le appartenenti alla Congregazione della Beata
Vergine Immacolata avevano una loro tomba (11). Dal 1735
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