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prendeva nota per l'atto di morte, come si chiamava il padre del
defunto anche per i più anziani. In molti casi, invece, era ignoto
l'anno di nascita e don Bado indica l'età con l'espressione “circa
40, circa 50 ecc., anche perché, come abbiamo già detto, era
importante registrare una morte cristiana e non a quale età fosse
avvenuta. Gli uomini più anziani che si trovano registrati sono
mancati nel 1725: Francesco Buraggi di anni “centum et ultra” e
G.B. Peluffo di circa 90 anni. Delle donne la più anziana è
Angelica, vedova di Francesco Lottero, che muore nel 1719
“prope nonagenaria”, quasi novantenne. (5)
Mancano elementi nell'atto quando si capisce, ormai troppo
tardi, di sapere poco del morto, privo di legami familiari. Nel
1721 muore, in casa di Giovanni Battista Negro, Rocco “dei
poveri dell'ospedale di N.S. Della Misericordia”. Nel 1724
muore, nell'Ospedale di S.Antonio, una donna di cui si sa solo
che si chiamava Caterina ed era vedova di un certo Bernardo.
Nel 1748 muore un mendicante, anch'egli ospitato nell'ospedale
di S.Antonio perché ammalato. Si chiamava Giovanni Battista
ed era originario di Chiavari: non riceve l'Estrema Unzione ma
l'assistenza spirituale non gli è mancata perché, viene annotato,
è stato più volte confessato da reverendo G.B.Berninzoni.
Un atto del 1748 dà una informazione abbastanza inusuale per la
nostra zona: il defunto G.B.Bosina, di 60 anni, già mussulmano,
si era convertito alla religione cattolica. I prigionieri islamici
erano concentrati nella darsena di Genova, ma potevano uscirne
per lavorare e dedicarsi al commercio ambulante. (6) Questo
favoriva i contatti con i cristiani e la possibilità della
conversione che, naturalmente, migliorava la qualità della loro
vita. Giovanni Battista è probabilmente da identificarsi con il
“Johannes Baptista de Bosina”, che nel 1717, vive con la moglie
Angela nel quartiere Marina insieme alla famiglia di Sebastiano
Giudice. Con ogni probabilità ne è stato il padrino, visto che il
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