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STATO DELLE ANIME


       Come   abbiamo   visto,   gli   atti   registravano   i   sacramenti   del
       battesimo, del matrimonio e dell'estrema unzione. Nel Concilio
       di   Trento   (1546-1653),   per   controllare   l'adesione   alla   fede
       cattolica, si decide che doveva essere registrata non solo la
       cresima,   ma   anche   la   pratica   della   confessione   e   della
       comunione. Si voleva, così, avere un quadro dello stato di grazia
       delle anime dei fedeli e questa parte del registro venne perciò
       chiamata “Stato delle Anime”. Ci si basava su un elenco dei
       parrocchiani, famiglia per famiglia, che veniva compilato in
       base ai dati raccolti durante la benedizione delle case.
       Nello Stato delle Anime del 1701, compilato da don Pagliara, e
       in quello del 1717, di don Bado, troviamo poco più di un elenco
       degli abitanti della casa con indicazione dei legami di parentela.
       Probabilmente,   entrambi   i   sacerdoti   consideravano   queste
       compilazioni  come  un obbligo, ma  non come una funzione
       fondamentale del loro ministero. Il pericolo di una diffusione
       del   protestantesimo   in   Italia   era   ormai   remoto   e,   poi,   la
       comunità era piccola  e il  numero dei  sacerdoti  alto, perciò
       nessuno   poteva   sfuggire   alla   frequentazione   dei   sacramenti,
       senza essere ripreso magari in pubblico.
       Don Pagliara è più preciso e attento nell'elencare i fedeli, mentre
       don Bado porta avanti gli aggiornamenti per più tempo e in
       modo più particolareggiato (1). Possiamo comunque sapere, con
       poco margine di errore, quanti abitanti aveva Spotorno nel 1701
       e nel 1717 (vedi appendice 2).
       Don Pagliara divide il territorio in Marina, Monte, Castello e
       Prelo. Per Marina, inoltre, fa la distinzione tra la parte ovest,

       dalla chiesa a S.Sebastiano, e la parte est, dalla chiesa a S.
       Rocco. I confini del paese erano dati, come consuetudine, dai
       corsi d'acqua, nel nostro caso il Coreallo e il Laiolo. A presidiare


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