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questi confini, perché le malattie non vi entrassero, vi erano i
due santi protettori dalle epidemie, appunto S.Rocco e
S.Sebastisano (2).
La struttura di famiglia base in quel periodo è quella patriarcale
su tre generazioni: sotto lo stesso tetto vivono il capofamiglia
con la moglie, i figli, uno o due dei quali sposati, e i nipoti.
Prendiamo come esempio la famiglia Vezzano che sta alla
Marina (1701) “Antonio Vezzano fu Bernardo e i suoi figli Anna
Teresa, Pietro Bernardo, Paolo Eugenio. Anna Maria moglie di
Pietro Bernardo e i loro figli Giovanni Battista, Paolo Eugenio.
Apollonia moglie di Paolo Eugenio e la loro figlia Maria
Francesca”. Notiamo che già questa famiglia non corrisponde
interamente allo schema, dato che Antonio è vedovo, anche se il
parroco non si cura di annotarlo.
Quando era il capofamiglia ad essere già defunto, la prima ad
essere elencata era la vedova. Una famiglia abitante vicino a
S.Sebastiano (1717) è così composta: “Pellegrina vedova di
Francesco Rosso e le sue figlie Maria vedova di Gio Antonio
Benso, Caterina, Maria Anna. Giovanni Buccelli marito di detta
Caterina e i loro figli Gio Antonio, Maria, Anna, Francesca”.
Qui troviamo due situazioni tipiche: le vedove senza figli
rientravano nella casa paterna e i generi, in mancanza di figli
maschi, assumevano il ruolo di uomo di famiglia.
A volta le vedove seguivano i figli maschi in altra casa. Ecco un
interessante esempio sempre della contrada Marina (1717):
“Lazzaro Berninzoni e figlia Marietta con il marito Antonio
Maria Rosso di Loano. Giacomo Rosso fratello di Antonio
Maria, Caterina madre di Antonio Maria”. Come si vede
Caterina, pur avendo un altro figlio, ha seguito Antonio da
Loano e, forse, il suo aiuto in casa è stato gradito da Lazzaro già
vedovo.
Più triste sarà stata la sorte delle vedove che non avevano alcun
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