Page 23 - Microsoft Word - LIBRO SPIGA SALVATORE.doc
P. 23
fermare la costante pressione dei russi. Un terzo dell’Artiglieria è costretta a rimanere
nelle sue postazioni poiché il carburante a disposizione non è sufficiente per lo
sgombero totale. Per evitare che il nemico si accorga dell’operazione non si fanno
saltare in aria i cannoni e gli altri pezzi di artiglieria ma vengono soltanto resi
inutilizzabili. Frattanto, arrivano lo Stato Maggiore del XXXV° Corpo d’Armata italiano
e della Divisione “Pasubio” che passano di qui sulla strada per Makaroff presso il
posto di comando della Divisione “Torino”.Si discute la situazione. Ancora una volta
notizie allarmanti provenienti dal comando del luogo della Divisione in ritirata, da
Starosten e dai centralini di Kalmiroff e Meschkoff, secondo cui i carri russi avrebbero
già raggiuntole alture di Popowka-Posdniakoff e da est la valle del Tichaja presso
Meschkoff. Così la Divisione “Torino” è rimasta accerchiata nel proprio territorio. A
causa di queste notizie il comandante della DVK, tenente colonnello Röhm da
l’ordine di nascondere l’apparecchio radiofonico. I collegamenti telefonici con il XXIX°
Corpo d’Armata funzionano ancora. Ulteriori interruzioni causate dall’attività dei
partigiani furono riparate nel corso dei giorni dalla pattuglia antiguerriglia comandata
dal caporal maggiore Midderegger. Gli ufficiali dello Stato Maggiore del XXXV° Corpo
d’Armata e della Divisione “Pasubio” decisero di sfondare verso Kalmikoff-Meschkoff.
In mancanza di autocarri propri gli equipaggiamenti della DVK furono caricati su un
autocarro del Comando di Divisione.
Ore 19 :
Il comandante del XXIX° Corpo d’Armata telefona per dire che la mattina del 20
dicembre alle ore 6.00 bisogna occupare le postazioni sulla sponda meridionale del
fiume Tichaja. Poco più tardi arriva dal XXIX° Corpo d’Armata la notizia che le
posizioni sul fiume Tichaja erano insostenibili e che quindi doveva seguire la ritirata
in direzione sud-ovest.
Ore 20.00 :
Consistenti parti di Fanteria della Divisione e Artiglieria sono nel frattempo arrivate a
Makaroff così da rendere possibile la partenza immediata. I carri, le artiglierie
d’attacco, le truppe e i materiali della 298ᵃ Divisione di Fanteria bloccano ancora
l’uscita occidentale della località. Si sono poi aggiunte truppe prive di comando delle
Divisioni “Pasubio” e “Ravenna”. La 298ᵃ Divisione di Fanteria non è riuscita a
stabilire collegamenti con il Comando della Divisione “Torino”, cosicché non si può
sapere né il motivo, né la durata della permanenza dal Comando di Divisione. Per
poter obbedire agli ordini ed intraprendere la marcia della Divisione “Torino”, il
comandante Hamman ed alcuni ufficiali italiani del Comando di Divisione furono
incaricati di far muovere le colonne che bloccavano la strada di uscita in modo da
permettere il passaggio delle colonne della Divisione “Torino”. Gli sforzi prolungati
per ore si sono succeduti senza ottenere alcun risultato, tanto più che il comando
della colonna tedesca non poté essere trovato. Successive ulteriori ricerche nella
stessa direzione, guidate dal tenente-colonnello Böhm e dallo Sdf. Traichl furono
anch’esse inutili.
20 dicembre
Ore 6.00 :
La colonna tedesca si mette in marcia in direzione di Michailoff.
Ore 7.00 :
Ad essa si unisce la colonna italiana, ma a Michailoff si arresta completamente. Le
pattuglie di esploratori tedesche vengono mandate in avanti. Il generale Lerici,
comandante della Divisione “Torino”, chiede di poter parlare con il comandante della
colonna tedesca. Prende così parte ad una discussione sulla situazione con gli
ufficiali della 298ᵃ Divisione di Fanteria sotto il colonnello Michaelis, vice comandante
della 298ᵃ Divisione di Fanteria. Le truppe italiane verranno incluse nel piano
operativo della ritirata. Ad esse verrà affidata la copertura contro il prevedibile
incalzare nemico. I due carri ed i due pezzi d’artiglieria d’attacco del gruppo