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Savona era ben difesa nel perimetro delle mura e tre forti: il Priamar, lo
Sperone e il Loreto, tuttavia subì anch'essa, come tutti i borghi costieri
invasioni ed epidemie contro cui di difese strenuamente.
Ne trasmettono la memoria le testimonianze dello storico savonese Filippo
Noberasco di cui si riportano alcuni cenni:
“...già dal 1656 avevano preso tutte le misure, allora conosciute, per fronteggiare
l'epidemia che si avvicinava. La direzione delle varie provvidenze fu affidata a tre
Ufficiali si sanità assisititi da 18 cittadini, e secondati da speciali Commissari, nei vari
quartieri urbani e suburbani. Furono subito istituite spesse guardie alle porte e, sulla
marina, ai ritani, a S. Lucia nel porto, alla foce del Letimbro...”
ed ancora: “...siccome quel tristissimo stato avea tarpato industria e commerci e molta
era la miseria, grande alleata alla diffusione del male, così si fecero baraccamenti per
i poveri a San Giorgio, a Porta Villana a Loreto, alle tenaglie........s'istituirono posti di
osservazione, di quarantena al Molo, nell'oratorio di San Giovanni, a Montemoro,
che fu di grande capacità, si aggiunse un lazzareto ai “Marenchi” e più in là un
cimitero.......con diligenze precise si rifiutava l'accesso in città a zingari, girovaghi,
religiosi non conosciuti, sospetti, stracci, rifiuti e quelle poche merci che poteansi
avere, dovevano essere accompagnate da rigorose bollette di garanzia....”
I contagi continuarono fino a metà ottocento con la tremenda epidemia collerica
del 1835, che tanto disertò la Provenza, il Piemonte, la Liguria. Savona
trovatasi un'altra volta circuita, avvisò tutte le provvidenze per opporsi al
contagio. A capo dei servizi fu una Commissione Provinciale Sanitaria, la quale,
ottenuto il richiamo delle varie classi, istituì subito un rigoroso cordone
sanitario, particolarmente rinforzato a Zinola, dove, nell'allora Cappella di
Santo Spirito, funzionò un ben attrezzato posto di osservazione.28).
Foto: mappa del '400 raffigurante il Priamar e la città di Savona, da un dipinto del seicento
conservato nel museo navale di Pegli. Notare il porto prima del riempimento effettuato da Genova
nel 1528. Tratto da “La Liguria nelle carte e nelle vedute antiche” Is.Geog. De Agostini 1992.
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