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vi sia molto da aggiungere, se non qualcosa riguardante le
caratteristiche della guerra del 1914-18.

   Si calcola che nel secolo dal 1816 al 1913 le guerre di tutto il
mondo abbiano prodotto poco meno di 5 milioni di caduti;
ebbene, in soli 5 anni quella che non a caso fu subito
chiamata la «grande guerra» per antonomasia ne provocò
oltre otto milioni e mezzo. Non solo: in quel conflitto il
diretto coinvolgimento delle popolazioni fu molto più
pesante di quanto fosse mai stato in precedenza e costò un
numero in proporzione di vittime civili, ivi comprese quelle
dovute all'epidemia influenzale che nel 1918-20 costò quasi
due milioni e mezzo nei popoli europei duramente provati
dalle privazioni degli anni precedenti.

   Oltre a ciò la grande guerra inaugurò una tendenza
destinata ad aggravarsi nel corso del XX secolo: la seconda
guerra mondiale costò oltre 60 milioni di morti, in larga
maggioranza civili, e da allora agli anni novanta la
percentuale delle vittime civili è salita fino al 65-70%. Vero è
che negli ultimi vent'anni sono diminuiti sia il numero delle
guerre, sia sia quello delle loro vittime, ma molti elementi
fanno pensare che si tratti di un dato soltanto temporaneo di
cui è difficile prevedere gli sviluppi in un senso o nell'altro.
Resta comunque il fatto che le spese militari, molto
diminuite negli anni novanta, da allora ad oggi hanno avuto
un'impennata preoccupante.

   D'accordo, dirà forse qualcuno, ma cosa ha a che vedere
tutto questo con Serrati, dato che né lui né nessun altro
poteva prevedere gli sviluppi che hanno fatto del Novecento
il secolo più sanguinoso della storia? A mio parere la lotta di
Serrati contro la guerra, che tra l'altro gli costò un'ulteriore
carcerazione, ha a che vedere con tutto ciò perché è un caso

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