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Né la crisi del primo dopoguerra può essere a mio avviso
considerata oggi come un momento che rivesta un
particolare interesse dal punto di vista dell'attualità. Non
occorre infatti argomentare l'affermazione secondo la quale
nessuna rivoluzione è all'orizzonte, né certo le stesse
tendenze conservatrici che negli ultimi anni hanno
conquistato spazi importanti in Europa possono essere
interpretate alla luce di quegli anni lontani.

   L'attualità della figura di Serrati, a mio modo di vedere,
oggi è ravvisabile soprattutto nelle prime due fasi della sua
vita politica: quella dell'emigrazione e quella della prima
guerra mondiale.

   Oggi che anche in Europa hanno largo seguito gruppi e
partiti contrari all'immigrazione delle migliaia di disperati
che fuggono dalla fame e dalla guerra, l'opera svolta da
Serrati fra i migranti italiani in Svizzera e negli Stati Uniti è
veramente attuale. Nel nostro paese, in particolare, quelle
forze dimenticano (ma forse sarebbe meglio dire ignorano)
che nei decenni fra Ottocento e Novecento eravamo noi
italiani a dover emigrare alla ricerca di un mondo migliore e
che ancora negli anni cinquanta in Europa gli emigranti
erano molto più numerosi degli immigrati. Ecco perché a mio
parere l'internazionalismo di Serrati, e con esso la sua
solidarietà nei confronti dei diseredati, a qualunque paese
appartenesero, conservano ancor oggi intatta la loro attualità.

   L'altro aspetto della sua opera che non può non essere
sottolineato è quello riguardante la sua direzione dell'Avanti!
durante il primo conflitto mondiale, quando seppe
interpretare compiutamente l'opposizione alla guerra delle
grandi masse popolari italiane. Al riguardo ho già citato le
parole scritte da Gramsci in morte di Serrati e non credo che

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