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“Bandiera rossa! E sempre viva il Toro!”, il professore salutò ridendo.
“Amici, dopo questo momento culturale vi do l’arrivederci con la mo-
rale di questa giornata: guardate questi giovani, guardate Zuccherino ferita
e Archiloco attanagliato dal dolore. Siamo intervenuti appena in tempo! Ab-
biamo salvato Giulietta e Romeo alla faccia di Shakespeare! Lui li ha fatti
morire noi invece li curiamo perché si sollazzino e facciano figli! Come dice
il poeta: l’amor a l’é nen polenta! Zuccherino, la facciamo una bella pernac-
chia agli zii? Tutti insieme: prrr… prrr… prrr…”. Il Duca venne sommerso
prima dalle pernacchie e poi dagli applausi e dalle urla: “Viva il Duca! Viva
il Toro!”.
“Grazie gentile pubblico… e anche viva il Genoa! Forza Zena!
Forza grifone!”, così il Duca si congedò.
La commedia del rientro a casa di Zuccherino e Gianna finì bene.
Gli zii di Zuccherino ringraziarono il dottor Pautasso che non volle salire
in casa per un bicchierino e ripartì facendo sgommare la cinquecento.
Non appena Zuccherino si ristabilì, ci fu la cena al ristorante Tre
galline. Cori, canti, mandolino e chitarra. Applausi.
“Quando ti stringi a me, quando ti guardo in viso, rivedo il tuo sor-
risooo…”, Totò era commosso, un po’ alticcio, non stava nella pelle men-
tre suonava il mandolino e cantava: “E sia chiaro a Siviglia ci vengo an-
ch’io. Sono il barbiere della cittaààà!!! Trallalero trallalà!!!”.
Madama Gina diceva che tutto era buono. Ma chissà che conto!
Gianna si esibì al pianoforte. Suonò Polvere di stelle, la canzone che le riu-
sciva meglio. Applausi scroscianti anche per lei.
Archiloco e Zuccherino erano usciti a passeggiare a Porta Palazzo,
che era deserta. Un incanto. Un gatto li osservava curioso.
Era una notte di luna. Zuccherino guardava il profilo dei tetti delle
case sullo sfondo: “Quel campanile di che chiesa è?”.
“Non lo so, con tutte le chiese che ci sono a Torino. Magari an-
diamo a vedere, uno di questi giorni”.
“Sì, è una buona idea. Potremmo sposarci lì”.
“Ma io non sono credente. Non sarebbe una cosa seria…”, Ar-
chiloco era pensieroso.
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