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sta assetato di sesso. Povero Archiloco che, di fronte alla sua ritrosia ad avere
un rapporto completo, le ripeteva sempre, quasi per consolarla: “Sarai tu a
prendere l’iniziativa quando ti sentirai di farlo…”.

       “Ne sei convinto? Mi conosci così bene?”, Zuccherino in quei mo-
menti lo adorava perché riusciva a non farla sentire a disagio.

       “Sì. Lo farai perché sai che il nostro amore è onesto, è vero; che
non può essere che completo, senza complessi di colpa, senza ipocrisie.
Lo farai perché si tratta di noi due, solamente di noi due, tutto il resto
sta fuori”, Archiloco era convinto di quello che le diceva.

       Così era stato. Quel pomeriggio, in casa di zia Pallina, Zuccherino
si era infilata nuda sotto le lenzuola senza farsi vedere da Archiloco. Poi,
lo aveva chiamato: “Cosa stai facendo? Non vieni nel letto della zia?”. Ri-
deva divertita ed aveva messo il capo sotto il cuscino. Archiloco, un po’
sorpreso, andò a cercarla infilandosi sotto le lenzuola. Sentì che si acco-
stava nuda al suo corpo. Le ore volarono insieme a loro.

       “Dicevi che avrei preso io l’iniziativa ma forse pensavi che non
l’avrei mai fatto? Hai l’espressione di uno che ha ricevuto una grazia”,
Zuccherino sorrideva come solo lei sapeva fare.

       Si era convinta che avrebbe potuto fare all’amore per la prima volta
solo con quel ragazzo. Gianna, venuta a conoscenza della straordinaria
novità, aveva esclamato: “Zuccherino, sei così innocente! Sei meravigliosa!
Chi se lo aspettava! Archiloco, Archiloco, il primo romantico amore, se
non lo incontravi magari restavi vergine”. Gianna era contenta, si sen-
tiva vicina all’amica.

       “Gianna! Mi raccomando! Se lo vengono a sapere i miei finisco in
convento…”, Zuccherino avrebbe voluto dirlo ai suoi genitori, come si
confida un momento di gioia, ma esisteva una barriera insormontabile
tra le loro generazioni.

       Sentiva la mano di Archiloco premere sul suo seno e ne provava
piacere. Si era messo a far freddo.

       Anche quel giorno, non riuscirono a fermare il tempo come
avrebbero voluto. Scesero verso Torino. Un poco prima di Sassi, Archi-
loco perse il controllo della lambretta. Si era accorto troppo tardi che in

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