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CAPITOLO DODICESIMO

       Gianna ed Archiloco, dopo una serie di vittorie entusiasmanti, ar-
rivarono alla finale del torneo di tennis. Era una domenica pomeriggio.
Contro di loro giocava una giovane farmacista di Borgo Po che sfoderava
smorzate e un gioco aereo da manuale. Per fortuna, era in coppia con il
fidanzato, uno spilungone legnoso e molto falloso.

       Zuccherino, Totò, il Duca e il gruppo dei clienti avevano occupato
la migliore posizione delle tribune. Totò aveva rinunciato ad una gara di
bocce per essere presente.

       Il pubblico era numeroso. In compagnia dei genitori di Gianna,
arrivarono, a sorpresa, anche gli zii di Zuccherino.

       Gianna ed Archiloco persero il primo set. Totò e soci facevano un
tifo infernale suscitando l’indignazione di molti spettatori. Il giudice, dal-
l’alto del seggiolone, li dovette richiamare più volte: “Questa non è una
partita di calcio! Prego di fare silenzio altrimenti sospendo la partita!”.

       Zuccherino guardava gli zii temendo una loro reazione. Sop-
portavano in silenzio ma si vedeva che erano imbarazzati e non con-
cepivano che la loro nipote se ne stesse in mezzo a quella banda di ba-
lordi. Il Duca dirigeva il coro agitando un ombrello: “Alé, alé, alé,
coppia magica, stratosferica, atmosferica, psichedelicaaa”. Totò e soci
ripetevano a pappagallo con qualche aggiunta del tipo “viva il Toro!”.

       Nel secondo set Archiloco inanellò una serie impressionante di ace
di servizio e di schiacciate vincenti. Guardava Zuccherino che scattava in
piedi ed applaudiva ad ogni punto. Era concentrato al massimo e non sba-
gliava una palla. Gianna non era da meno e toccò a lei chiudere la partita
con un rovescio lungo linea perfetto. Ci furono le premiazioni. La coppa
toccò alla Gianna. Archiloco mise la sua medaglia al collo di Zuccherino.
Poi, ci fu l’apoteosi. Totò e soci portarono Gianna in trionfo scandendo il
suo nome. Io suoi genitori non si scomposero più di tanto. L’abbracciarono
sottraendola agli ammiratori e l’accompagnarono agli spogliatoi, forse te-
mendo che quella banda scatenata entrasse anche lì. Strinsero la mano ad

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