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“O dolce Vienna tu sei come un sogno di gioventù… o dolce Vienna
sorridi tu”, il piccolo Caruso attaccò alla grande, poi vennero il coro e uno
stacco di mandolino. Poi nuovamente il piccolo Caruso: “Là su il Da-
nubio blu o dolce Vienna sorridi tu… o magica città”.
Cantava anche il metronotte con una voce da baritono.
Si accesero le luci del terrazzo ed uscirono i genitori di Gianna che
si misero a ballare il valzer. Alla fine della canzone si udirono, da una casa
vicina, degli applausi e delle urla: “Bravi! Bis! Vienna è quasi magica come
Torino!”.
Zuccherino e Gianna non stavano nella pelle e urlavano anche
loro: “Venite su! Venite su!”.
Salirono tutti ed entrarono nel salone della casa di Gianna. I suoi ge-
nitori abbracciarono i cantanti ed i musicanti: “Grazie! Grazie! Che pen-
siero!”. Degli ospiti, che erano rimasti dopo la cena, sgomberarono il salone
dai mobili. Poi, si misero a ballare sulle note di Wienna Wienna. Ballavano
anche Gianna e Zuccherino con il Duca ed Archiloco. La madre di Gianna
cantava insieme al piccolo Caruso e all’amica di madama Laura. Il metro-
notte ballava e ci provava con la donna di servizio che ripeteva: “Còs it fas?
A posto con le mani!”.
“Madamin siete nu babà. Mi presento: Vincenzino Esposito, me-
tronotte napoletano, scapolo”.
“Io mi chiamo Aida. Sono di Venaria… signorina…”
Ci fu una prosecuzione di cena. Totò, il piccolo Caruso, ël cit e il
metronotte ci diedero dentro con lo champagne e alla fine le canzoni ave-
vano un che d’osteria. Poi, se ne andarono tutti. Restarono solo Archi-
loco ed il Duca che si intrattennero ancora un po’ con le ragazze stan-
dosene seduti sui dondoli del terrazzo. C’era la luna e un grande silenzio.
Ogni tanto si sentiva la voce della madre di Gianna: “Che ragazzi fan-
tastici! Ma da dove sono usciti? Da un libro di favole?”.
“Anche questa serata è uscita da una favola. Si è addolcita persino
l’Aida… forse la maritiamo”, il padre della Gianna pensava ad alta voce.
“Siamo usciti da un libro di favole?”, Zuccherino si stringeva ad Ar-
chiloco.
Gianna e il Duca avevano fatto pace e si baciavano al chiaro di luna.
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