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CAPITOLO QUATTORDICESIMO

       Il Duca avrebbe voluto fare il comico ma non riusciva a prendersi
sul serio. Cosa indispensabile per uno che voleva far ridere. Non lo
avrebbe mai ammesso sino in fondo ma gli sarebbe piaciuto. Aveva delle
doti notevoli, anche se il suo umorismo era troppo avanti rispetto ai
tempi di quando erano stati giovani. Archiloco lo sapeva ma non ne ave-
vano mai parlato seriamente, appunto.

       Avrebbe voluto anche organizzarsi la vita con una donna. C’era an-
dato vicino proprio nel periodo in cui Archiloco gli aveva raccomandato
quella ragazza che voleva fare un programma coi controfiocchi in TV.

       “Beato te! Quella ragazza è un babà, l’ho vista alla televisione.
Certo che la raccomanderò e buona fortuna!”, il Duca scherzava, come
sempre.

       “Buona fortuna per lei…”.
       “E per te amigo loco… la butteresti via? Sei ammattito?”.
       “Non è il mio tipo, troppo giovane, troppo assatanata con la car-
riera…”.
       “Eh, ti capisco: sei rimasto a Zuccherino. Anche io sono in crisi.
La mia storia con Giulia sta vacillando. Io ci avevo fatto un pensie-
rino…”.
       “Ma lei mi ha detto che stava sistemando le cose col marito per
venire a stare con te. L’avrebbe seguita anche il figlio”.
       “Sì, più o meno è così ma lei è titubante. Il marito ha un com-
portamento esemplare, un vero gentiluomo, ma lei pensa al figlio così
attaccato al padre…”.
       “Mi spiace… Giulia è una gran donna merita molto”.
       “Lo so, lo so. Io non sono sicuro di poterle dare questo molto…
non ci fosse il problema del figlio non avrei dubbi. Quando l’ho cono-
sciuta il bambino era ancora piccolo. Ti ricordi? Fu all’ospedale dove tu
eri stato ricoverato dopo quel grave incidente. Investito sulle strisce. Po-
teva capitare solo a te”.

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