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si trovavano a pranzo ma tutto finiva lì. Ogni tanto spuntava qualche fo-
tografo.
Una sera, in cui lo stava accompagnando a casa in auto, dall’au-
toradio uscirono le note di Era d’estate. Endrigo cantava: “Io ti guardavo
e sognavo una vita tutta con te ma i sogni belli non s’avverano mai…”.
Quella canzone per lui e Zuccherino era stata come un presagio, una pro-
fezia. Ascoltandola, in anni lontani, aveva sempre avuto come un pre-
sentimento di come sarebbe finita la loro storia.
“Che hai? Sei pensieroso? Questa lagna ti intristisce?”, gli fece la
ragazza dalle concrete aspirazioni cambiando la frequenza radio. Lui non
rispose. Dall’autoradio ora usciva la voce di un cantante giovane e tra-
sgressivo che andava per la maggiore. Lei si mise a cantare. Cantava bene
ed Archiloco si appisolò.
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