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“Sei il solito sapiente… comunque, su questa storia ci siamo scam-
biati una montagna di lettere. È uno dei pochi libri che rileggo volentieri,
anche se è stato scritto per i ragazzi. Il finale poi è straordinario: il nipotino
dice, mentendo, di non aver visto la conclusione della corrida per non umi-
liare lo zio e questi che gli racconta immaginarie prodezze nell’arena con-
cludendo con il colpo di grazia al toro che mette a segno conficcando il pun-
tale dell’ombrello nel tronco di un albero. Non ti dico l’entusiasmo di Paco
per questa storia e le lettere che ci siamo scambiati. Con un tipo così biso-
gna rispondere bene”.

       “D’accordo stenderò una bozza e poi la vedremo insieme. Sei tu che
corrispondi con lui e sai come ci dobbiamo regolare. Io gli ho scritto una let-
tera molto, molto, tempo fa. Poi solo qualche telefonata”.

       “lo so, lo so… quando ricevette quella lettera mi scrisse chiedendomi
cosa ti stesse succedendo. Non ti capiva. Non mi ricordo più cosa gli avevi
scritto”.

       “Mi aveva chiesto come mai avevo lasciato Torino e soprattutto Zuc-
cherino…”.

       “ Glielo avevo scritto io. E tu cosa gli hai risposto?”.
       “Ho tentato di dare una spiegazione plausibile ma non ci sono riuscito.
Allora gli ho scritto che non sapevo dargli una risposta convincente e che, so-
prattutto, non la sapevo dare a me stesso. Tutto qui”.
       “Tutto qui? È il rovello di una vita… a volte penso a Gianna, a Zuc-
cherino, a noi due… sarà perché sono pieno di acciacchi e va sempre peggio
ma ci penso spesso. Soprattutto di notte quando non riesco a dormire…”.
       “Pensi alla giovinezza che non c’è più…”.
       “No, per una volta mi faccio la domanda che tu ti rivolgi spesso su
quello che poteva essere e non è stato… tu la chiami malinconia”.
       “Sì, ma non pensavo di averti contagiato. Avevamo tanto e non
ce ne siamo accorti. Io poi… sono andato dietro a non so cosa… sto cer-
cando di fissare in un romanzo questo smarrimento… ma è difficile…
non so se ci riuscirò”.
       “Tu almeno hai qualcosa di importante su cui concentrarti. Io che
faccio? Cliniche, medici, rotture di balle”.

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