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“Eh, siamo soli caro Duca e la solitudine chiama la malinconia”.
       “Soli, l’hai detto. Se n’è andata anche Giulia, non ho fatto nean-
che più in tempo a vederla. Al funerale eravamo in quattro gatti. Mi te-
lefonava, ogni tanto, per sapere come stavo e poi se n’è andata lei, al-
l’improvviso, non me l’aspettavo, non mi aveva detto niente della sua
salute. Lei era fatta così. Mi mancano molto quelle telefonate. Eh, aveva
ragione il tuo antenato…”
       “Quale antenato?”.
       “Quello che ti ha dato il nome, quell’Archiloco, quello della vi-
cenda che governa gli uomini…”.
       “Eh, caro Duca, sappi qual vicenda governa gli uomini! Andiamo
a vederci questo Genoa e tentiamo di scacciare la malinconia…”.
       “Scacciare la malinconia ad una partita del Genoa? Ilusion, amigo,
ilusion…”, il Duca si stava mentalmente preparando per la partita dove
avrebbe sicuramente litigato con qualcuno per il più incredibile dei
motivi.
       Entrarono nello studio del Duca a prendere le sciarpe rossoblu che
erano appese sulla grande libreria. Non si poteva andare allo stadio
senza quelle sciarpe simbolo di una comune fede calcistica intramonta-
bile. Archiloco notò qualcosa che non aveva mai visto prima sulla grande
scrivania dell’amico: tra le coppe vinte al golf, c’era una foto incorniciata
in cui apparivano in compagnia di Zuccherino e Gianna. Erano tutti e
quattro abbracciati e, dietro di loro, c’era un fiammante flying dutchman,
la Ferrari del mare, che il Duca aveva avuto in regalo dal padre dopo una
vittoria in un importante torneo di golf. Sostituiva il glorioso beccaccino
sui cui avevano imparato a veleggiare. Ricordava il giorno in cui era stata
scattata quella foto. Era una domenica di fine settembre ed avevano or-
ganizzato una festa nella sala da ballo della spiaggia per “varare”la barca
cui avevano dato il nome di ZuArGiDuctch, prendendo le iniziali dei
loro nomi e di quello del flying. L’estate stava finendo ed avevano già
pronti i bagagli per Torino. Si esibirono cantando “I’m in the mood for
love”, che era la loro specialità. Gianna al piano, Archiloco alla chitarra.
Il Duca fece l’assolo in inglese e Zuccherino quello in italiano: quando

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