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Mariuccia sarebbe rimasta confinata in un DVD: non sarebbe mai
uscita per ballare con lui sulle note di Parlami d’amore Mariù. Non
c’erano più scelte da fare. Zuccherino, ogni tanto, lo chiamava al tele-
fono dandogli un po’ di sollievo.
Mentre pensava a come sarebbe stata bella una gita in auto sui la-
ghi in compagnia di una qualche Mariuccia, magari sbucata da una pro-
fumeria di lusso di Via XX settembre, aveva davanti agli occhi il Duca
che, dal letto della clinica, urlava rivolto ad un infermiere che aveva avuto
il torto di dirgli d’essere sampdoriano e per giunta filogovernativo: “Go-
verno ladrooo!!! Siamo governati da un puttaniereee!!! E lei è il suo ma-
nutengolo! La sua maitresse! Sampdoriano velenoso!”.
Poi, si era placato.
“Esprimi un desiderio”, gli aveva detto all’improvviso.
“Entrare in un DVD e ballare con Mariuccia. Poi, darle un bacio”.
“Loco! Almeno scopatela! Poveri noi… siamo soli… soli… e la
colpa è nostra. Non resta che ritirarci in convento, come due monaci di
clausura, esperando Sevilla.
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