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che destino! Zuccherino e Sole invecchiate, irraggiungibili nella loro gio-
vinezza, la Mariuccia segregata in un film e questa meraviglia che può
essere tua nipote, altrettanto irraggiungibile. Che destino hai avuto!
Solo ricordi e sogni irrealizzabili!”, il Duca si rialzò e diede da tenere la
bomboletta all’autista. Poi, abbracciò l’amico fingendo di singhiozzare:
“Ah, gioventù dove sei? Ah, sogni miei! Ah, ragazze di Balthus perché siete
in tanga? Dove sono le vostre mutandine?”.

       La ragazza rideva divertita da quello strano signore, così elegante,
che diceva cose strane, poco comprensibili. Poi, ci furono le presentazioni
e il Duca le baciò la mano come solo lui sapeva fare: “Sono incantato si-
gnorina Mariuccia”.

       “Mariuccia? Io mi chiamo…”.
       “No! Non dica il suo nome: lei è Mariuccia, lei è Sole, lei è Zuc-
cherino, lei è un sogno divino me lo ha detto il mio amico Archilochino
che è vecchino, ma ha un cuore di bambino ed è un po’ cre…cre… qual
é il diminutivo di Umberto?”.
       “Tino”, la ragazza si divertiva.
       “Ecco cre… tino, lo ha detto lei. Amico mio, hai sentito come ti
giudicano le donne?”.
       “No! No! Non mi permetterei mai!”, la ragazza rideva tenendo le
mani davanti alla bocca.
       “Signorina dai tanti nomi ce l’ha il fidanzato?”, il Duca voleva sa-
perne di più.
       “Ho il ragazzo…”.
       “Che fa?”.
       “Si è laureato in ingegneria e si sta guardando attorno…”.
       “E la viene a prendere la sera quando lei finisce con il lavoro?”
       “Sì, quasi sempre. A volte si mangia una pizza insieme qui nel ri-
storante”.
       “E poi dove andate?”.

       “In giro per locali nel quadrilatero, al cinema, ai Murazzi, a casa,
dipende dall’ora…”.

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