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mando: “E voilà il miracolato! Amiche vi ho convocate con l’inganno per-
ché abbiamo bisogno di due badanti. Siamo due poveri vecchi soli, aiu-
tateci! Il mio amico ha il catetere e io mi devo rimettere i tubicini…
siamo ossigenati… malati… sconsolati… abbandonati. Amici! Che ne
dite di aspettare tutti insieme Sevilla? Potrebbe risalire il Po… magari è
già in viaggio. Non ci troverà a Genova e allora salirà sino a Torino”.
“Sì, sì, aspetteremo al Valentino… faremo venire un’infermiera con
cateteri, flebo e bombolette”, Gianna non si era dimenticata di quando
faceva la spalla del Duca.
Ridevano tutti tranne Archiloco. Pensava al suo amico che pren-
deva in giro anche la sua malattia che sapeva essere grave. Gli sembrò di
respirare nuovamente quella casareccia poesia della loro giovinezza. Eh,
potere fermare il tempo.
Zuccherino si era seduta accanto a lui: “È vero che stai scrivendo un
romanzo? Che ti serviamo per il finale?”, gli sussurrò a bassa voce.
“Eh, il finale… è il Duca che lo ha organizzato. Chissà che non
funzioni… sono un po’ in difficoltà…”, Archiloco era contento, l’amico
gli aveva fatto un grande regalo con quella sorpresa.
“Allora aspetto la pubblicazione di questo ormai famoso romanzo.
Comunque, pubblicazione o no, ho apprezzato i tuoi servizi sugli scan-
dali del calcio e sulle malattie che colpiscono gli ex calciatori. Molto co-
raggiosi. Hai subito degli attacchi ingiusti”, Zuccherino era sempre lei.
“Spero di subirne degli altri così tu mi telefonerai per consolarmi
e io ti raggiungerò a Torino per andare a bordeggiare in tram…”.
“D’accordo, porterò il salvagente”, Zuccherino era luminosa.
Ad un tratto, il Duca si animò: “Signora Zuccherino! Cosa sono que-
sti sussurrii adulterini! Mi meraviglio di lei! Madama Gianna intervenga a
frenare questi istinti ancestrali! E lei, signorina dai tanti nomi, non badi a
questi miei amici ormai rimbambiti dall’età, questo è il mio biglietto da vi-
sita, mi faccia cercare dal suo ragazzo mentre si sta guardando in giro. Chissà
che non inventiamo qualcosa insieme tra un giro e l’altro…”.
La ragazza era stupita, quasi incredula: “Dice sul serio? Non mi
prenda in giro…”.
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