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          incazzato, poi avevano gettato gli ormeggi sopra
          alla tomba dove riposava un poeta.

             Lo studente-bagnino osservava la scena,
          indeciso sul da farsi. D’istinto avrebbe voluto
          lasciar stare quella processione per seguirne il
          corso, ma si era impegnato a controllare il paese
          con il maresciallo dei carabinieri che scherzosa-
          mente gli aveva detto: «La nomino tuttofare,
          spazzino, giardiniere, cantoniere, con l’impegno
          di riferirmi sugli eventuali problemi. Tenga i
          contatti con quelli che sono rimasti. Ho già
          nominato don Lupo addetto alla pubblica istru-
          zione e al doposcuola e il professor Lanterna alla
          cultura. Dell’ordine pubblico, ovviamente, me
          ne occupo io».

             Il paese era diventato, grazie al mare, una
          piccola “Città del sole”.

             Lo studente bagnino, stando attento a non cal-
          pestare le tombe, raccolse gli oggetti e li depositò
          in un raccoglitore d’immondizia.

             Gli sembrò di sentire la voce del bestemmiatore
          incazzato che, dopo alcuni moccoli, lo ringraziava
          per avergli tolto d’intorno quella processione
          impertinente. Anche il poeta si fece sentire ma per
          assicurargli che il pitale, il salvagente e la bot-
          tiglia non gli arrecavano alcun fastidio. Anzi, gli
          tenevano un po’ di compagnia.

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