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non ne usufruissimo noi che eravamo invasori.
Infine un battaglione d'assalto tedesco era riuscito ad attraversare il ponte
sopra la passerella costruita dal genio italiano, ed aveva costruito una "testa di
ponte", ossia si era impossessato di :unpezzo di terra dall'altra parte per com-
pletare il trasferimento.
Verso sera si ritorna nuovamente sui nostri passi per tentare nuovamente a pas-
sare, era notte buia e nebbiosa, non si vedeva ad un passo, da due giorni e una
notte camminavamo avanti e indietro senza fermarci, senza dormire, mangian-
do qualche scatoletta, qualche galletta e senza mai chiudere occhio.
Intorno alle due di notte ha finalmente inizio la traversata su quella passerella
traballante elatganeanche mezzo metro, in condizioni piuttosto precarie, dato
che tutti eravamo morti di sonno e di stanchezza, si andava oscillando per
forza d'inerzia, tutti in fila indiana, si cercava un appoggio al compagno
davanti e a quello dietro.
La responsabilità di non dover fare passi falsi era tanta, perché cadendo uno si
sarebbe trascinato anche gli altri dietro; piano piano e uno alla volta si discen-
dono i gradini che portano alla passerella, prima di iniziare la traversata si
tocca il compagno davanti per rassicurarci che sia sveglio: sotto il fiume va
con la sua massa enorme d'acqua ed è pauroso e noi siamo fuscelli che potreb-
be inghiottire in un attimo.
La traversata ha occupato tutta la notte, per fortuna i Russi non hanno spara-
to sul ponte, forse per il buio e ci si è potuti accampare dall'altra parte.
Durante quest'operazione e poi anche successivamente vedevamo delle figure
strane che andavano e venivano e subito non capivamo chi erano, in realtà poi
abbiamo scoperto che erano soldati russi che erano stati fatti prigionieri per la
maggior parte dai tedeschi, e che erano impiegati per portare le armi e fare
lavori di fatica, essi erano operosi e tranquilli, non manifestavano alcun segna-
le di ribellione, anzi erano servizievoli, tornavano sempre al campo e obbedi-
vano agli ordini...
IN AVANZATA
Effettuate le operazioni di trasferimento ci siamo accampati in un boschetto di
ciliegi selvatici, la stanchezza ed il sonno ebbero il sopravvento, mi sono
addormentato profondamente e sognavo un bombardamento, sentivo colpi di
cannoni...
Non era un sogno, era la Divisione Torino che bombardava i russi e i proietti-
li passavano sopra la nostra testa... quando mi sono svegliato, il bombarda-
mento era finito ed i russi erano lontani.
Dopo qualche giorno d'ordini e contrordini non troppo chiari, arriva l'ordine