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el decennio precedente la Seconda Guerra Il “Rex” alla fonda
Mondiale la concentrazione nel Gruppo nel Golfo di Genova, 1933 ca.
NFinmare delle quattro Società “Italia”,
“Lloyd Triestino”, “Adriatica” e “Tirrenia” fa si che
la Liguria venga interessata da una mole di traffi- La flotta
co marittimo in crescente ascesa. Alla sua forma-
zione nel 1932, la “Società Italia” si presenta con
una flotta poderosa: i supertransatlantici “Rex” e
“Conte di Savoia” seguiti da “Roma”, “Augustus”, della rinascita:
“Duilio”, “Giulio Cesare”, i famosi “Conti” già del
“Lloyd Sabaudo” ma che, ad eccezione del “Conte
Grande”, passeranno presto al “Lloyd Triestino”.
Con essi “Vulcania”, “Saturnia” e poi “Neptunia”
e “Oceania” che però faranno capolinea a Trieste e la marineria
tutta una serie di naviglio minore, merci e passeg-
geri in linea per le Americhe. A ciò si aggiungono
le linee del “Lloyd Triestino” per l’Africa Orientale
Italiana e quella Australe esercite in un primo tem- genovese e ligure
po dal’ “Italia” e quelle per Australia e Oriente fino
in Giappone. Nel Mediterraneo opera l’ “Adriatica”
e fra i porti nazionali, le isole, il Nord Africa e gli
scali del Nord Europa la “Tirrenia”. L’apoteosi si nel secondo
raggiunge nell’agosto del 1933 quando il “Rex”,
colosso di più di 50.000 tonnellate, al comando del
lericino Francesco Tarabotto conquista il “Nastro
Azzurro” come transatlantico più veloce sulla rot- dopoguerra
ta Genova-New York. Per l’Italia è un tripudio di
orgoglio, condiviso dai tanti nostri connazionali
d’oltreoceano che in quelle grandi navi col tricolore che nel Mediterraneo.
sulle ciminiere vedevano un legame continuo con Presente e popolare nei porti liguri la già citata
la madrepatria lontana e un riscatto ai pregiudizi “SIDARMA-Società Italiana d’Armamento”, co-
incontrati nel Nuovo Continente. “Anna C” stituita a Fiume nel 1938 e trasferita a Venezia nel
Sul fronte degli armamenti privati muovono i Costa Armatori, dopoguerra che, fra 1946 e 1955, arma una serie di
primi passi nomi che avranno i loro momenti di 1948-1969 navi da carico nuove o di seconda mano riadattate
gloria dopo il conflitto: Costa, Messina, Bibolini, per il trafffico di emigranti da Genova per il Centro
Ravano, Cameli, Cambiaso, Corrado, Fassio cui si America-Golfo del Messico ed il Brasile-Plata dai
aggiungono alcuni dei fratelli Grimaldi, napole- nomi evocativi di dogi veneziani.
tani d’origine ma naturalizzati genovesi nel corso America Lines” oggi del Importante anche il traffico cotoniero dal Golfo del
dei decenni e Achille Lauro, il più importante de- gruppo “Carnival”. A corol- Messico della “Navigazione Alta Italia”; il servi-
gli armatori partenopei, che farà del nostro porto lario di ciò va ricordato che i zio frigorifero del genovese Andrea Zanchi per il
uno dei suoi scali d’armamento. Tutti comincia- Cosulich armeranno nel 1962, trasporto di carni congelate dall’Argentina; quello
no in sordina provenendo a volte da altri setto- per conto della “Commerciale della “Società di Navigazione Odero” per il Golfo
ri economici quali assicurazioni o il commercio Marittima” del gruppo Luigi del Messico; il servizio “Italo-Cileno” per il tra-
dell’olio ma in pochi anni riescono ad affermarsi Monta di Genova, la “Riviera sporto di nitrati e minerali dal Pacifico Meridionale
ereditando quel dinamismo commerciale e im- Prima”, una nave mista pas- e altri minori, fra cui i vari armatori di “carrette”
prenditoriale proprio dei vari Lavarello, Cerruti, seggeri-merci francese trasfor- e naviglio di cabotaggio che abbiamo incontrato
Cresta, Rubattino, Raggio, Piaggio già incontrati mata in nave da crociera di nel secondo capitolo di questo resoconto quali i
nei capitoli precedenti pubblicati a suo tempo su lusso: l’esperimento non avrà vari “Gavarone”, “La Polena”, “Tito Campanella”,
“Pigmenti Cultura”. Allo scoppio delle ostilità il successo e dopo qualche anno “Maggiolo” e tutti gli altri che cederanno il passo ai
volume del traffico che interessa i porti della nostra la nave sarà ceduta ad interes- nuovi traffici ed alla globalizzazione di un mercato
Regione è attestato sui 500.000 passeggeri annui e si scandinavi come “Viking dove non ci sarà più spazio per gli “scagni” che per
su più di due milioni di tonnellate di merci: la scure Princess” per concludere la decenni avevano prosperato nell’ambito delle real-
malvagia della guerra si abbatterà implacabile sul sua carriera alle Antille con un tà marittime e imprenditoriali dei nostri porti.
mondo marittimo ligure e alla fine delle ostilità si rovinoso incendio. Russi d’ori- Verso la fine del Novecento cambia tutto: la pri-
dovrà praticamente ricominciare da zero. 2 5 gine ma genovesi d’adozione ma ad andarsene sarà la Flotta di Stato, liquidata
aprile 1945: con la Liberazione i porti di Genova, gli armatori Alexander e Boris tra la fine degli anni Settanta ed il decennio suc-
Savona e La Spezia sono ridotti ad un cumulo di una serie di unità da carico di seconda mano e si gratorio verso le America. Vlasov, popolarissimi su tutti i mari del mondo con cessivo con un’operazione spiazzante e affrettata.
macerie e di scafi spesso irrecuperabili. Gru, binari, lancia con successo nel traffico emigratorio con la Stessa sorte per le società facenti capo agli armatori la loro “Sitmar” prima nel traffico migratorio e poi Disarmato in pochi anni il ramo passeggeri fatta
strutture portuali, magazzini: tutto distrutto, bom- “Giovanna C.” e poi con le prime vere e proprie Bibolini e Lolli Ghetti, che prosperano per anni nel in quello crocieristico fino alla vendita nel 1988 alla eccezione per l’infelice esperimento del’ “I.C.I.-
bardato, minato. Sola, ancora in piedi, è la voglia navi passeggeri “Anna C.”, “Andrea C.” e “Franca settore delle portarinfuse e operano ancora oggi “Princess Cruises” inglese che, oltre al suo naviglio Italia Crociere Internazionali” che avrebbe do-
di risorgere di uomini e maestranze: lavoratori, C.”. Tutte con una lunga storia dietro la poppa ma con “Carbofin” e “Carboflotta”, specializzate nei più recente, si aggiudicherà anche due importanti vuto assicurare il salvataggio di “Leonardo da
marittimi, armatori, tutti uniti da uno spirito che opportunamente riadattate sia per il traffico emi- trasporti di gas, metano e prodotti chimici liquidi e unità in allestimento a Monfalcone progettate in Vinci”, “Galileo Galilei”, “Guglielmo Marconi” e
ha del miracoloso e che farà parlare di “Flotta della gratorio che per il mercato superiore di lusso che si gassosi richiedenti unità particolari e specializzate. parte da Renzo Piano. La “Sitmar” continua oggi “Ausonia” gestiti dallo Stato e da un consorzio di
Rinascita”. Il Governo interverrà con leggi “ad hoc” concretizzerà nelle successive realizzazioni “ex-no- Da ricordare la “Società Cooperativa Garibaldi”: la sua navigazione sui mari attraverso la “V Ships” privati che però difettò di coesione e comunanza
che favoriranno nuovi investimenti mentre il Piano vo” di “Federico C.” di più di 20.000 tonnellate nel fondata nel 1936 da alcuni soci e dotata di un co- con base a Montecarlo, proprietaria di una grande d’intenti. Alienati, venduti o demoliti i transatlanti-
Marshall darà una mano preziosa nel fare riparti- 1958 e ancora di più con l’ “Eugenio C.” del 1966, spicuo numero di navi da carico dai nomi evocativi flotta di navi cisterna, portacontenitori e portarin- ci più prestigiosi, in campo commerciale fu la volta
re il settore. Per quanto riguarda la Flotta di Stato, stazzante più di 30.000 tonnellate, detentore del quali “Nino Bixio”, “Goffredo Mameli”, “Rosolino fuse oltreché presente in varie nuove società im- di una serie di nuove unità portacontainers dai
dopo un riavvio con naviglio vetusto e riadattato “Nastro Azzurro” in linea sudamericana e ritenuto Pilo” e altre, dopo la guerra si cimenterà nel traffico pegnate nel mercato crocieristico internazionale di nomi evocativi quali “Italica”, “Americana” per la
8 al trasporto degli emigranti che lasciavano un’Eu- da molti il transatlantico più bello e indovinato fra emigratorio verso il Centro-Sud America col piro- lusso. Campani di origine e nipoti di Achille Lauro “Società Italia” o “Nipponica” e “Mediterranea”
ma trapiantati in parte a Genova nel primo dopo-
ropa devastata, la restituzione alla “Società Italia”
per il “LLoyd Triestino” tanto per citarne alcune:
quelli costruiti in Italia nel dopoguerra.
scafo “Luciano Manara”. In questo settore in-
da parte degli Stati Uniti di “Vulcania”, “Saturnia”,
inseriscono nei trasporti marittimi nel 1948: dappri-
“Conte Grande” e “Conte Biancamano” permette- La “Linea C.” si affermerà anche nel campo dei contriamo altre società, che avranno però vita bre- guerra, sono da ricordare i Fratelli Grimaldi che si con esse e con altre unità convenzionali o “roll-on/
roll-off” di nuova generazione non si riuscì a soste-
trasporti merci con unità innovative quali “Maria”
ve perché fagocitate o assorbite da altre più grandi
rà entro il 1949 il ripristino dei collegamenti con le e “Pia Costa” e altre, per orientarsi dalla metà de- e in parte già citate. Ricordiamo “La Fortuna”; ma nei collegamenti per il Centro America sia dal nere la concorrenza di nuovi e agguerriti gruppi sia
Americhe: a queste unità maggiori si affiancheran- gli anni Sessanta al mercato crocieristico su la “C.A.M.A.-Compagnia Agenzie Marittime Mediterraneo che dal Nord Europa, poi nel cam- italiani che stranieri che finirono per fagocitare le
no le sei della classe “Navigatori”, impostate come cui si affermerà con tutta una serie di unità pre- Armatoriali” di Arturo Giribaldi; la “Maris Stella” po delle crociere, dei traghetti, del trasporto auto nostre gloriose compagnie. Il Gruppo D’Amico e i
navi da carico ma riadattate al trasporto passeggeri valentemente di seconda mano ma rimodernate a di proprietà mista Ravano e Piaggio; il “Lloyd e container sulle lunghe distanze con navi sempre canadesi della “Canadian Pacific” entrarono in liz-
e tutta una serie di navi mercantili, alcune soprav- dovere e ancora ricordate: dalla sfortunata “Bianca Genovese” e la “Genaviter”. Tutte opereranno fra più grandi e specializzate. “Ascania”, “Irpinia”, za, come pure la “Maersk” scandinava ed il “Ned-
vissute al conflitto e altre cedute dal governo ame- C.” che si perderà per incendio nei Caraibi nel 1949 e 1952 trasportando emigranti e “displaced “Venezuela” e “Caribia” sono solo alcune delle loro Lloyd” tedesco-olandese: fra incorporamenti e fu-
ricano: le famose “Liberties” che, con le più grandi 1962 passando per “Enrico C.”, “Carla C.” cui se- persons” verso il Nuovo Continente con naviglio navi più ricordate: le prime tre di origine francese sioni i marchi di “Società Italia” e “Lloyd Triestino”
“Victories”, costituiranno la spina dorsale per la guiranno “Italia”, “Flavia”, “Fulvia”, “Danae”, spesso vetusto e talvolta in modo avventuroso, e l’ultima nientemeno che la veneranda “Vulcania” sopravviveranno fino all’inizio del terzo millennio
ricomposizione di tante flotte pubbliche e priva- “Daphne”, “Columbus C.”, “Costa Marina”, dimostrando comunque una forte e sentita esigen- della “Società Italia” ceduta ai Grimaldi nel 1965. e sono oggi riuniti in una “Italia di Navigazione”
te. Nel contempo si ordinano nuove costruzioni: “Costa Allegra” , “Costa Playa”e le nuove “Costa za di ripresa dei traffici marittimi. Attivi invece “Caribia” e “Irpinia” diventeranno navi da crociera che ben poco ha delle compagnie da cui discende.
per la “Società Italia” quattro nuovi transatlantici, Classica”, “Romantica”, “Victoria”: quasi tutte a tutt’oggi coi loro grandi “Jolly” dalle fiancate popolarissime negli anni Settanta per essere poi so- Nei prestigiosi palazzi loro sedi un tempo a
due per il Nord America e due per l’Atlantico me- stituite per quasi un ventennio da “Ausonia”, ulti- Genova e Trieste sono ospitati oggi gli uffici di
ridionale. Questi ultimi, realizzati a Monfalcone, ma ammiraglia di “Adriatica” fino alla sua vendita rappresentanza delle rispettive Regioni ed anche le
saranno i famosi “Giulio Cesare” e “Augustus” ad armatori ellenici nel 1977. Lasciato il campo delle altre società del Gruppo “Finmare”, “Adriatica” e
del 1950-51. Stazzanti 27.000 tonnellate e lunghi crociere, l’attività dei Grimaldi proseguirà nella ge- “Tirrenia”, non esistono più o sono passate ad al-
circa 200 metri costituiranno il primo fulcro di tut- stione di bulk-carriers, alcune petroliere e nel felice tri consorzi. Stessa sorte per tanti dei privati
ta una serie che proseguirà con “Andrea Doria” e inserimento nel traffico di cabotaggio con moderni testè ricordati: ritirati dal mondo dello “shipping”
“Cristoforo Colombo”, splendide gemelle di più “Cruise-ferries” della “G.N.V.-Grandi Navi Veloci” o assorbiti da altre realtà imprenditoriali sia nazio-
di 29.000 tonnellate scese in mare dagli scali di quali “La Superba”, “La Suprema”, “Splendid”, nali che estere o sostituiti da nuove presenze quali,
Sestri Ponente, immesse in servizio fra 1953 e ‘54 “Majestic”, “Excellent”, costruite fra 1993 e 2004 per citarne una per tutte, la “Premuda” del Gruppo
e considerate non le più grandi nè le più veloci nei Cantieri Apuania di Massa-Carrara e impegna- Rosina e alcune altre che operano oggigiorno ma
ma senz’altro le più belle sulla “Rotta del Sole” te da Genova con le consorelle sulle rotte di Sicilia, che esulano da questo resoconto perché legate a
Genova-New York. Sempre dagli scali liguri scen- Sardegna e Nord Africa dove hanno introdotto il vicende che fanno parte dell’attualità economica
deranno in mare “Leonardo da Vinci” di 33.500 concetto del lusso e del comfort riservati in prece- di oggi e non della storia. Le attuali compagnie di
tonnellate del 1960 in sostituzione di “Andrea denza ai transatlantici e alle navi da crociera. Nei navigazione che scalano i nostri porti sono spesso
Doria” speronata dalla svedese “Stockholm” nel primi anni del Duemila i Grimaldi hanno ceduto “holdings” internazionali che nell’organizzazione
luglio del ‘56 e infine, canto del cigno della flotta ad altri gruppi armatoriali la gestione di “G.N.V.” e nella gestione poco hanno da spartire con le realtà
passeggeri di Stato, la bellissima ma sfortunata ma sono sempre presenti con una flotta di traghetti appena ricordate, delle quali ormai resta solo qual-
“Michelangelo” del 1965, di 46.000 tonnellate assie- misti merci-passeggeri dati a noleggio. che modello di nave in bacheca e tanti cimeli pre-
me alla gemella “Raffaello”, frutto del lavoro dei Sempre partenopea ma con profondi legami coi senti nei musei o in mano ai collezionisti. Non si è
Cantieri dell’Adriatico di Trieste senza dimenti- “Angelina Lauro” - Flotta Lauro, 1966-1994 nostri porti la “Flotta” di Achille Lauro, il grande riusciti a preservare dalla demolizione almeno una
care “Galileo Galilei” e “Guglielmo Marconi” del fondatore di un impero sui mari che naufragherà delle navi passeggeri che hanno fatto la storia della
“Lloyd Triestino” anch’esse assemblate nei cantieri avranno una lunga e fortunata carriera portando dipinte in arancione gli armatori Messina, natu- negli anni Ottanta del Novecento. Navi dai nomi nostra marineria e che avrebbe potuto essere adi-
giuliani ma operanti da Genova. Tutte queste unità sui mari le ciminiere gialle con la grande “C” az- ralizzati liguri e che videro nell’anteguerra il fon- evocativi quali “Surriento”, “Roma”, “Sydney” bita a museo galleggiante, centro congressi e attra-
vedranno nella loro realizzazione il contributo di ar- zurra virgolettata, simbolo della Compagnia. Poi il datore Ignazio impegnato nei traffici commerciali e poi “Achille Lauro” e “Angelina Lauro”, le fa- zione turistica a testimonianza di un’epoca in cui la
chitetti, ingegneri navali e artisti fra i più affermati passaggio negli anni Novanta al gruppo america- verso l’Africa Orientale Italiana con navi da carico mose “Navi Blu”. Dalla carriera variegata e felice nave non era vista solo come un mero pezzo d’ac-
dell’epoca: Gustavo Pulitzer Finali, Nino Zoncada, no “Carnival” e tutta la serie degli attuali colossi e miste merci-passeggeri dai nomi evocativi quali ma costellata anche di episodi drammatici come il ciaio che andava da un porto all’altro ma costituiva
Giò Ponti, Nicolò Costanzi, Romano Boico e tan- da crociera: da “Costa Fortuna” ad “Atlantica” “Tembien”, “Semien” e “Ogaden”. Nel primo do- dirottamento subìto nel 1985 dal’ “Achille Lauro” il veicolo naturale attraverso il quale tante vicende
ti altri, con Lele Luzzati, Mascherini, Capogrossi, passando per “Mediterranea”, “Serena”, la sfor- poguerra armeranno anche un piroscafo passegge- ad opera dei terroristi palestinesi di Abu Abbas. umane ed epocali hanno avuto sfondo e locazio-
Sironi, Campigli, Salvatore Fiume tanto per citarne tunata “Concordia”, “Fascinosa”, “Luminosa” e ri, il “Pace” già “Cuba” statunitense di circa 4.000 Oggi il gruppo sopravvive idealmente in ambito ne, cosa che non avviene con le moderne unità da
solo alcuni. A queste faranno da corollario tutta le altre che pongono ai vertici dell’odierno pano- tonnellate, adibito alle linee del Mediterraneo e poi “M.S.C. Crociere” che a suo tempo, tramite l’af- crociera che non sono altro che dei festosi villaggi-
una serie di navi minori, ma solo nelle dimensioni. rama crocieristico internazionale questa Società ceduto a “Tirrenia” che col nome di “Sassari” lo filiata “StarLauro”, ne ereditò strutture e navi. A vacanza che vanno per mare. Restano gli archivi da
Dai nomi evocativi di famose unità prebelliche o che porta il nome di Genova sulla grande poppa terrà in servizio fino al 1962. La “Ignazio Messina Genova, in Piazza dell’Annunziata, il bel palaz- consultare e le testimonianze degli storici navali: in
riferiti alle destinazioni cui saranno assegnate, esse squadrata dei propri “resorts” galleggianti e che & C.” si espanderà poi verso l’Africa Australe, il zo dei Rolli sulla cui facciata troneggia ancora la tale ottica questo resoconto in tre capitoli ha voluto
saranno “Australia”, “Neptunia”, “Oceania” poi ha fatto del “PalaCrociere” di Savona il suo termi- Golfo Persico e l’Australia e dispone oggi di una scritta bronzea “Flotta Lauro” con la stella bianca essere un contributo ai tanti nomi ed ai gruppi ar-
ribattezzate “Donizetti”, “Rossini” e “Verdi” as- nal più importante nel Mediterraneo. F r a flotta di più di 20 unità “Roll-on/roll-off” per più a cinque punte portata per tanti anni su tutti i mari matoriali che in più di centocinquant’anni hanno
sieme ad “Africa”, “Europa”, “Asia” e “Victoria”, le altre dinastie armatoriali locali dobbiamo citare di 100.000 t.s.l. . del mondo, ricorda le maestranze ed i marittimi portato il nome della Liguria sui mari, spesso con
che concluderà la sua lunga carriera sui mari solo i Fassio, i Ravano, Messina, Bibolini, Corrado e poi Al servizio crocieristico si rivolse invece per alcuni che ne hanno fatto orgogliosamente parte, men- fortune alterne ma quasi sempre con successo. Se
recentemente come “Anastasis”, nave missionaria Lollo Ghetti, Cameli, Frassinetti e i D’Amico che, anni l’Agente Marittimo Scerni che armò fra gli anni tre le attuali mega-navi da crociera della “M.S.C.” oggi sono scomparsi e con loro è venuta meno una
per una organizzazione umanitaria internaziona- seppur non liguri d’origine, avranno nei nostri Cinquanta e Sessanta l’ “Europa” poi “Nassau” e scalano regolarmente i porti di Genova e La Spezia tradizione marittima che ha contribuito in misura
le. Il rinnovo della Flotta di Stato riguarda anche porti una presenza importante e continua. Tutte le la “Victoria” di 13.000 tonnellate, mentre altri im- riservando a Savona l’intera attività di “Costa notevole a fare la storia della marineria italiana
“Adriatica” e “Tirrenia”, uscite dal conflitto con loro società prospereranno fra gli anni Cinquanta e portanti agenti marittimi, i triestini Cosulich, eredi Crociere”. nel suo complesso, non devono essere consegnati
naviglio superato e raccogliticcio ma che nel giro Sessanta del Novecento per essere poi travolte da della famosa e omonima compagnia di navigazione Tutta ligure la “Cogedar Line-Compagnia al mare dell’oblio ma continuare a vivere nel solo
di pochi anni si rinnovano con unità medio-piccole una crisi che inizierà nei primi anni Settanta e le confluita a suo tempo nel’ “Italia di Navigazione”, Genovese d’Armamento”, costituita nel 1946 e ri- modo possibile: ricordati dagli addetti ai lavori e
che saranno di casa nei nostri porti. Solo per ricor- travolgerà quasi tutte entro il decennio successivo. dai loro uffici genovesi gestiranno dal 1946-47 la volta anch’essa al traffico di emigranti prima verso tenuti presenti da quanti hanno a cuore le nostre
darne alcune: “Esperia”, “Enotria”, “Messapia”, I motivi saranno molteplici e non sempre imputa- “Home Lines” che, pur costituita da capitali elve- l’America Latina e poi l’Australia. Ricordiamo qui radici, che passano attraverso i tanti aspetti delle
“San Giorgio” e “San Marco” per la prima e per bili a cattiva gestione delle proprie risorse: crisi dei tici, greci, svedesi e battente bandiera panamense, il viaggio del suo piroscafo “Genova” che nel 1949 attività economiche che ci sono proprie da sempre
la seconda le navi della serie “Regioni” ed i suc- noli internazionali, mutate correnti di traffico, con- imbarcava equipaggi interamente italiani. Rivolta raggiunse la lontana Ushuaia, capitale argentina e soprattutto da queste, le tradizioni marinare e ar-
cessivi traghetti classe “Poeti” e “Strade Consolari correnza estera e forse anche una politica nazionale in un primo tempo al traffico emigratorio verso della Terra del Fuoco, carica di nostri connazionali matoriali della nostra Terra di Liguria, dove forse
Romane” che tanto sviluppo daranno al turismo poco attenta alle esigenze del settore hanno portato le Americhe sia dal Mediterraneo che dal Nord “in primis” liguri e veneti che andavano a ripo- più che altrove è da sempre forte l’esigenza che dai
ed ai collegamenti con le nostre isole maggiori: cui alla scomparsa dalla scena dello “shipping” nomi Europa e poi alle crociere, armerà vari transatlan- polare una città che rischiava di venire abbando- tempi più antichi ci fa dire: “Navigare necesse est”.
contribuiranno negli anni Settanta anche le “Linee illustri che hanno fatto grande la nostra marineria. tici di seconda mano finchè col nuovo “Oceanic” di nata e a sfruttare le risorse minerarie della zona. Non dobbiamo dimenticarlo, sarebbe un vero pec-
Canguro” coi primi traghetti a concezione moder- Ricordiamo qui brevemente le bianche navi bana- 39.000 tonnellate, frutto del genio ingegneristico di Nel 1968, dopo la chiusura del Canale di Suez, la cato ed una mancanza di rispetto per i tanti nomi
na “roll-on/roll-off”. Sul fronte dei privati il niere della “Villain & Fassio”, le grandi petroliere Nicolò Costanzi, diventerà leader delle crociere fra “Cogedar” si rivolge al mercato crocieristico ma citati in questa rassegna.
primato regionale spetta al gruppo armatoriale fa- dei Ravano e quelle dei Cameli, che armeranno con New York, Bermuda e le Bahamas. non ha fortuna.Vende la sua “Aurelia” in Grecia e Francesco Pittaluga
cente capo alla famiglia Costa. Uscito dal conflitto la “Italnavi” anche i piroscafi “Sises” e “Sestriere” La “Home Lines” opererà con nuovo naviglio cede “Flavia” ai Costa che la impiegheranno con console de “A Compagna”
con una sola nave, acquista nel primo dopoguerra di circa 9.000 tonnellate impegnati nel traffico mi- fino al 1988 per essere poi venduta a “Holland successo per i successivi vent’anni sia nei Caraibi Genova, 21 settembre 2017