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Fu pertanto stabilito di imporre alla popolazione un contributo straordinario per
            la paga mensile di due marinai, in ragione di £. 20 ciascuno e così annue £. 480.
            L'importo   doveva   essere   ripartito   tra   tutta   la   Podesteria  “a   fuoco”,   ossia
            suddiviso secondo il numero delle famiglie di ogni paese  “... finché durerà
            detto straordinario armamento...”40)





























            Dall'“Atlante  Vinzoni” risultano le seguenti “Casermette di Sanità” lungo il
            litorale a difesa di Borgio:
                –   del   rio   fine  (canale   di   Crava   Zoppa,)   in   casetta   di   matteria   annessa   ad   un
                    magazeno. Guardie di Borzi due di giorno e quattro di notte.
                –   della “Casa della Marina” (Cà Lunga). Guardie di Borzi due di giorno e quattro di
                    notte. Il  presidio era anche munito di  locali  per il magazzinaggio  di  prodotti
                    commerciali da imbarcare su vellieri, demolita agli inizi degli anni ottanta.
                –   di Verezzi,  in casetta parte a secco parte di legno. Uomini di Verezzi due di giorno
                    e quattro di notte”.41)
                –
            Dall' inizio del '700 i pericoli di sbarchi andarono man mano esaurendo, la vita
            del borgo migliorò notevolmente e così il livello sociale.
            I consoli di Borgio chiesero al Senato della Repubblica il permesso di edificare
            una grande chiesa sui resti del Forte.
            I lavori terminarono nel 1808, i muri perimetrali della nuova parrocchiale,
            attuale Duomo di Borgio, (dedicata a San Pietro) sono gli stessi del vecchio
            forte.
            A Borgio nella casa della Marina (Cà Lunga, ex casermetta) fu posta la sede dei
            “Regi dazi”, istituzione che obbligava a una sosta tutto il traffico commerciale,
            attiva fino al secolo scorso.

            Foto: una ricostruzione del forte di Borgio poi inglobato nella Chiesa di San Pietro. Tratto da
            “Borgio Verezzi e il suo territorio” Gianni Nari 1988
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