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I BOSCHI
I boschi hanno sempre avuto molta importanza nell'economia rurale, in quanto da essi
le popolazioni dei tempi antichi traevano fonte di reddito e di sostentamento.
Non a caso fra le prime operazioni commerciali effettuate dalla famiglia Siccardi a
metà dell'Ottocento, furono proprio l'acquisto dei boschi di Ravezza, Metti, Campei,
Segnetto e Treppani, cui seguirono altri fra cui quelli in località Serra, Coreallo e
Siaggia, poi confluite nel patrimonio dell'Opera Pia con l'acquisto Marchesi Serra.
L'uomo nel corso del tempo cercò sempre di plasmare il bosco sulla base delle
proprie esigenze e curarlo e coltivarlo per poterne tratte beneficio, nel rispetto del
ciclo naturale delle stagioni; infatti molte attività della vita quotidiana erano
riconducibili al bosco, prima di tutto la legna per il focolare - il riscaldamento delle
case difficilmente andava oltre la stanza della cucina - e non meno importante lo
strame per gli animali nella stalla.
Lo strumento principale per regolare la vita del bosco, appositamente regolamentato
da norme specifiche, è da sempre il taglio di alberi, che deve essere effettuato nel
rispetto di un rigido calendario, ed ha la funzione di stimolare la produzione - o per
seme o per sviluppo di gemme - al fine perpetuare e rinnovare continuamente il bosco
stesso.
L'utilizzo del bosco da parte dei privati era anche in passato rigidamente disciplinato,
infatti, per chi non possedeva boschi, vigeva il diritto del legnatico“jus legnandi”,
che permetteva la raccolta del legname nei boschi di proprietà pubblica alle
condizioni stabilite da specifiche e dettagliate norme.
Foto: panoramica dei boschi di Treppani, Segnetto, Metti.
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