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Lo scenario che circondava la Cittadina di Spotorno un secolo fa era molto differente
da quello che si presenta oggi, le foreste originarie litoranee erano costituite
principalmente da: pino marittimo, quercia da sughero, leccio, pino d'Aleppo, erica.
Lo sfruttamento del bosco in modo massiccio per l'impiego del legname destinato a
diverse attività economiche provocò la sua irreversibile trasformazione, fra cui:
• l'utilizzo del legname a fini cantieristici, attività che interessò tutta la zona di
ponente della Liguria, il faggio (per i remi), l'olmo, l'olivo, il noce, il carpino,
il cerro forniva i cantieri di Savona, Albenga e Alassio;
• la nascita di fonderie e vetrerie, che, con lo sviluppo industriale del '700,
impiegava una gran quantità di legname; in particolare per la Provincia di
Savona: le vetrerie di Altare, Osiglia e Calizzano;
• il commercio dei pali, richiesti dagli agricoltori della piana di Albenga e da
tutto il ponente, da Finale a Bordighera, che ha avuto il suo massimo sviluppo
tra gli anni venti e quaranta del Novecento;
• l'utilizzo del legname per le fornaci di calce molto attive e necessarie per
l'attività edilizia, e per la formazione del carbone mediante la “carbonaia”, una
pratica redditizia anche se piuttosto complessa;
• di notevole interesse erano i ceppi di erica, usati per costruire le pipe, un legno
molto ricercato e pregiato.7)
Fra le attività più significative legate al bosco e praticate a Spotorno si ricordano: un
cantiere navale, attivo, fino al 1893, impiantato dai F.lli Cadenaccio di Sestri
Ponente che costruiva navi (brigantini e golette) anche di grandi dimensioni, cantiere
a cui parteciparono anche i fratelli Angelo e Francesco Siccardi in qualità di caratisti,
ed una fornace di calce, attiva fino al secondo dopo guerra e la cui vita è descritta, in
un racconto, da Clelia “Lina” Sbarbaro
(ricordando le parole della zia Benedetta,
testimone di una ingiustizia): ...“le donne
del Paese uscivano ogni mattina al buio per
andare a far legna nei boschi … al ritorno
portavano le fascine alle Fornaci e in
pagamento ricevevano un pezzetto di carta
spendibile solo agli spacci convenzionati con i
proprietari delle fornaci...il bene trova a
stento poco spazio...”.*
Attualmente i boschi ad alto fusto sono
stati sostituiti dalla macchia
mediterranea che cresce spontanea ed
è ormai diffusa in tutto il fronte mare.
Foto: fascine di legna pronte per essere impiegate nella
fornace di Spotorno.
* Pinuccio Bausone, Bruno Marengo e Giuliano Meirana
hanno tratto dal racconto una commedia messa in scena,
nel 2019, dal gruppo teatrale “Le fornaci di calce” del
Circolo Socio Culturale “Pontorno”.
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