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Nella casa colonica, piuttosto modesta, ancorché in bellissima posizione, furono
effettuati, a più riprese, lavori di manutenzione e l'aggiunta di magazzini per il
ricovero attrezzi e per il fieno. La famiglia Valle abitò la casa fino al 2008, anche
dopo la scomparsa del capofamiglia, avendone acquistato la proprietà nel 2006 in
cambio dell'appartamento di via Verdi n. 60.
Nel 1962 dalle registrazioni dell'Ente si
evince che:
la produzione di mandorle diminuì
notevolmente, mantenendo un prezzo di oltre
120 £. al kg, anche le pere diminuirono di peso e
di prezzo che scese a 50 £. al kg con una
produzione di 5 q.li, mentre le albicocche
divennero la coltura prevalente con oltre 47
q.li ad un prezzo medio di £. 80 al kg.
Negli anni successivi le pere e le mandorle
scomparvero, le colture principali erano le
albicocche e la vigna, con una notevole
produzione di vino, mentre in inverno tutte le
fasce erano ricoperte di cavoli e ortaggi,
infatti Valle era soprannominato “Bepin di
coi”.
Il ricavato della vendita di frutta si mantenne
costante per almeno due decenni, fino agli anni
'80, per un importo medio della quota parte di circa
£. 350.000 per annata.
Il fondo della Marteggiana fu il primo ad essere
alienato per la costruzione di insediamenti di
edilizia privata: il Consiglio dell'Opera Pia
approvò, con deliberazioni n. 23 e n. 41 del 1970,
la vendita alla cooperativa “Il Caminetto”
dell'area edificabile di mq. 980 in località Prelo,
formalizzata con atto n. 15254 del 10/9/1970 a
rogito Notaio Motta di Savona.
Per la cessione del terreno di cui sopra fu
concordato un corrispettivo di £. 18.218.000, oltre
alla proprietà di n. 2 alloggi corredati di posto
macchina e cantina.
Il colono del fondo Noceto Giuseppe, figlio di
Vincenzo, fu risarcito con la somma di £. 200.000
e la rinuncia a ricostruire un capannone agricolo
inglobato nella nuova costruzione .
Foto: Valle Giuseppe e la moglie Ravera Anna nelle terre del Montin
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