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Molti tentativi furono fatti nel tempo per salvaguardare i boschi, purtroppo senza
       grossi risultati, anche per l'abbandono delle zone rurali.
       Il   generale   Chabrol,   durante
       l'occupazione   Napoleonica,   rilevò
       nella sua opera “STATISTIQUE”:
       “…   il   dipartimento   di   Montenotte   è
       ancora oggi al primo posto non solo per
       l'estensione dei boschi ma anche per la
       qualità delle piante...si tagliavano alberi
       senza   criterio...si   distruggevano   giovani
       piante...”.
       Con   R.D.   del   3   settembre   1872  si
       tentò un rimedio al problema e venne
       istituito   un   Consorzio   di
       rimboschimento   di   Genova   che         “comprendeva   40   perimetri,   fra
       cui   ...Castelvecchio.....Stellanello...Sassello...SPOTORNO,  Bergeggi...”,  disponendo   che  i
       terreni facenti parte  del Consorzio "...dovevano essere rimboschiti ovvero, alienati con
       l'obbligo del rimboschimento...”. 8)
       Il reddito derivante dal bosco a fine Ottocento era considerevole, come si può dedurre
       da  una stima effettuata per conto dei Marchesi Serra dove, ad esempio, che nella
       valutazione del fondo di Coreallo fu calcolato £.15 il bosco, e £. 200 il taglio dei pini
       per combustibile, oltre ad una produzione di castagne  in 10 q.li l'anno a £. 3.
       Circa 50 anni dopo le valutazioni di cui alla perizia stragiudiziale giurata del geom.
       Pietro Ettore Canepa, (allegato “A” n.22.369 Rep. Rogito Notaio Pendola) in seguito
       citata anche “inventario Siccardi”,  il valore attribuito ai boschi  va da  £. 50 a mq. il
       bosco ceduo o misto a £. 100 a mq. per il bosco ad alto fusto.

       Di notevole importanza per la popolazione rurale, era il castagno, per il legno con cui
       si costruivano gli utensili per l'agricoltura, i mobili di casa e la cantina, ma sopratutto
       per  i suoi frutti, le castagne appunto, che venivano consumate tutto l'anno sia fresche
       che “essiccate”, e che furono per lungo tempo una sicura fonte di nutrimento.

       Uno studio di esperti nel 1995 rivelò che :  “La Provincia di Savona è soggetta ad
                                                       incendi, per i lunghi periodi di siccità,
                                                       per   l'esposizione   ai   venti   e   al   folto
                                                       sottobosco.   Solo   il   pino   d'Aleppo
                                                       presenta un adattamento particolare,
                                                       infatti, in caso di incendio, il calore
                                                       emanato   dal   fuoco   provoca
                                                       un'apertura   generalizzata   dei   coni
                                                       sulla pianta ed un rilascio dei semi a
                                                       terra, questo permette la rigenerazione
                                                       della pianta, a meno ché non avvenga
                                                       di un nuovo subitaneo incendio”. 7)

                                                       Foto in alto : fiori di castagno
                                                       Foto in basso: il pino d'Aleppo.
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