Page 32 - BOZZA 12 gennaio 1
P. 32

ABITUDINI ALIMENTARI CONTADINE


       In un paese a vocazione prevalentemente agricola come Spotorno, la cucina era
       basata su ingredienti poveri, ricavati dalla campagna e prodotti quasi esclusivamente
       in loco.
       La preparazione dei pasti era compito delle donne, le quali,  finito di filare, tessere o
       accudire le bestie nella stalla, si impegnavano con tutta la loro capacità e fantasia a
       confezionare, con quello che avevano a disposizione, un pranzo per tutti.
       In genere si trattava di un piatto unico, con cavoli, o rape in inverno, fave o piselli in
       primavera,   fagioli   o  pomodori   in  estate,   tutti
       accompagnati con patate lesse.

       Le   verdure   erano   spesso   arricchite   con   i
       “FRISCIÊU”   (frittelle   salate):  di   zucchine,
       cipolle,   carciofi,   e   qualche   volta   anche   di
       baccalà.
       In ogni casa la padella di ferro colma di olio per
       friggere   era   sempre   pronta:   i   frisceu,   ancora
       caldi   venivano   portati   dalle   donne   nelle
       campagne   avvolti   nel  “mandillu   da  gruppu”
       affinché gli uomini non perdessero tempo per
       recarsi a casa per il pranzo.
       Alla  sera non poteva  mancare il  minestrone,
       cotto per ore e ore sulla stufa a legna e a fuoco
       lento; il giorno dopo, ben solidificato “che si
       tagliava col coltello...” era anche più buono...


       Nei giorni di Festa si preparavano “i piatti della tradizione” rigorosamente fatti in
       casa che, nella loro semplicità, erano espressione di una cucina naturale e genuina.
       Per l'occasione si consumava la carne, di piccola stalla o cortile; erano inoltre
       d'obbligo i ravioli, di bietole o borragine, le tagliatelle al sugo di funghi o ragù, la
       cima ripiena di erbe, aromi e uova.
       Fra i piatti tipici occorre citare lo  zimin di ceci, la  buridda di stoccafisso, poi i
       ripieni di tutti i tipi e la farinata detta anche “turtellassu”.


       Pur essendo un paese in riva al mare, anche a Spotorno era abitudine procurarsi il
       cibo dalla campagna; il consumo di pesce era limitato al  “pesce azzurro”  cioé
       sardine, acciughe, bughe, sugarelli, laxerti,  che veniva preparato prevalentemente
       fritto, erano pressoché sconosciuti i pesci pregiati.

       Tutti i piatti  erano conditi con l'immancabile olio d'oliva, il valore aggiunto della
       cucina ligure, a cui non può mancare il profumo delle erbe naturali e selvatiche:
       basilico, origano, menta, timo, finocchio, maggiorana ecc.

       Foto: il tipico “mandillu da gruppu”
                                               32
   27   28   29   30   31   32   33   34   35   36   37