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tarono!”. Il Duca si era teatralmente accasciato su una sedia fingendo un
malore. La segretaria telefonò al principale che si fece passare il Duca: “Ci
scusi ma ci deve essere un equivoco. L’appartamento è già affittato a due
studenti, uno è spagnolo e l’altro italiano…”.

       “Ci è stato detto che non affittate ai meridionali! Vergogna! Io sono
di Siviglia e quindi sono un meridionale. Aspetto le vostre scuse altri-
menti farò uno scandalo! Razzisti!”.

       “La signorina si sarà espressa male. Del resto suo padre ha già fir-
mato il contratto ed ha già versato tre mensilità anticipate… siamo stati
a trovarlo in clinica…”.

       “Adesso la colpa è della ragazza che, poveretta, ripete a pappagallo.
Dica al proprietario dell’appartamento che aspetto delle scuse scritte al-
trimenti mensilità anticipate o no lo mandiamo a cagare! Buon giorno!”,
il Duca interruppe la telefonata.

       Passavano i giorni ma la lettera non arrivava. Al suo posto giunse
una telefonata del padre del Duca che lasciò un messaggio per il figlio
al portiere dell’albergo: “Chiamami in clinica. Cosa è successo con il pro-
prietario dell’appartamento di Via Lagrange? Papi”.

       “Il Duca chiamò subito: “Pronto, papi? Qué pasa?”.
       “Me lo devi dire tu cosa sta succedendo. È venuto qua il proprie-
tario dell’appartamento tutto mortificato. Si è scusato. Mi ha detto che
tu hai minacciato uno scandalo. È molto preoccupato. Lui è un avvocato
molto conosciuto. Dice che ha già affittato appartamenti anche a dei me-
ridionali ma che in Via Lagrange non è possibile perché si tratta di un
palazzo signorile e tra condomini c’è un accordo non scritto di valutare
bene prima di affittare. Per questo aveva lasciato detto alla signorina del-
l’agenzia di esaminare le richieste con cautela, questo prima della stipula
del contratto. Tutto chiarito?”.
       “L’unica cosa chiara è che abbiamo a che fare con degli ipocriti.
Ma non ti preoccupare papi: se hai già firmato il contratto noi lo ono-
reremo seppur con qualche variante”, il Duca era serio.
       Dopo la telefonata, si rivolse ad Archiloco: “Sai che ti dico amigo a
proposito di onorare il contratto? Quando entreremo nel palazzo di Via La-

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