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Totò, anni prima, era sceso in Riviera, durante le stagioni estive,
a lavorare da barbiere. Un suo cliente, vecchio professore in pensione,
l’aveva introdotto alla poesia, alla letteratura, al gusto della lettura. Sbar-
baro, Montale, Pavese, erano stati i primi di una lunga serie. Totò ci aveva
preso passione e scriveva pure poesie in dialetto piemontese che leggeva
nel suo negozio ricevendo applausi ed apprezzamenti dai suoi clienti, tra
i quali c’era anche qualche professore dell’Università. Suonava il man-
dolino. Le sue specialità erano le invettive politiche in versi piemontesi
con accompagnamento musicale.

       Con il Duca e con altri clienti intavolava interminabili discussioni
sul calcio ed il particolare sul Genoa e sul Torino, squadra per cui tifava.
Una volta, il Duca si procurò i biglietti per andare a vedere nientemeno
che la partita di calcio Juventus Genoa. “Totò”, fece entrando nella bot-
tega sventolando TuttoSport: “C’è Juventus Genoa al Comunale, non ce
la possiamo perdere!”.

       Totò non si fece pregare: “Vengo volentieri per tifare Genoa conto i
gobbi”. Zuccherino e Gianna tifavano Juve e i giorni prima della partita fu-
rono dedicati agli sfottò. Il Duca imperversava contro le ragazze e i pochi,
malcapitati, clienti di Totò di fede juventina. Scommesse, anatemi, proclami,
false notizie di giocatori juventini infortunati. Finalmente venne il giorno
della partita. Archiloco, Zuccherino, Gianna e Totò raggiunsero il Comu-
nale stipati nella cinquecento guidata dal Duca. I biglietti erano di tribuna,
covo di tifoseria chic juventina. Ancor prima della partita, il Duca aveva già
acceso una veemente discussione con una signora elegantemente vestita e
con il rispettivo consorte. La miccia era stata che la Juve stava per cedere,
a detta del Duca, Gino Stacchini, ala di fantasia, al Genoa: “È un giocato-
rino modesto sarà scambiato con Papatoff, centravanti boemo. Al Genoa
sono impazziti, cedere un fuoriclasse come Papatoff!”. La signora, che non
aveva dubbi, rispose piccata: “ Giocatorino modesto? Ma lei scherza? Si im-
magini se la Juve cede un’ala di così grande valore ad una squadretta pro-
vinciale come il Genoa! E poi chi è questo Papatoff? Mai sentito…”

       “Squadretta provinciale?” e qua il Duca ricordò il blasone del Genoa
al cui confronto la Juve era una squadra dopolavoristica. Poi, passò a decan-

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